AFRICA/KENYA - Alleviare il dramma dei 300mila abitanti delle baraccopoli di Nairobi: un’iniziativa che parte dall’Italia e coinvolge anche il mondo missionario

martedì, 7 marzo 2006

Nairobi (Agenzia Fides)- “A Nairobi il problema dei senzatetto è veramente drammatico. Adesso che finalmente sono riprese le piogge, attese da tempo, l’acqua si è trasformata in una dannazione per coloro che vivono nelle baraccopoli” dice p. Eugenio Ferrari, Missionario della Consolata, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie del Kenya.
“Grazie alle pressioni dell’opinione pubblica e di organizzazione religiose, tra le quali quelle cattoliche, è stato sospeso lo sgombero di 300mila persone dai principali slum della capitale” continua il missionario. “Si tratta di un’azione importante, ma da sola non basta. Il governo ha intenzione di costruire strade e fognature, di fornire acqua potabile ed elettricità a queste persone. Per far questo però dovrà demolire alcune abitazioni, provocando la protesta dei proprietari. Bisogna quindi tenere conto sia delle esigenze generali della popolazione delle baraccopoli sia dei diritti dei singoli. In particolare, bisogna fornire una sistemazione alternativa a coloro che devono abbandonare la propria baracca per far passare una strada o una linea elettrica”.
Per sostenere il diritto alla terra e alla casa per i baraccati delle periferie di Nairobi e sollecitare la conversione del debito esterno (i fondi destinati a ripagare il debito estero sono impiegati per opere di pubblica utilità nel Paese debitore) del Kenya con l’Italia, si è costituita in Italia la Campagna WNairobiW! Si tratta di una organizzazione di coordinamento di missionari, associazioni italiane e internazionali, e comunità cristiane in Kenya affiancato da AfrikaSi, associazione che opera in vari “slum” di Nairobi.
La campagna ha già ottenuto una prima vittoria, dal 2004 a oggi, con la sospensione dello sfratto forzato di oltre 300 mila persone nella capitale kenyana. Dopo aver ottenuto la sospensione dello sfratto delle 300 mila persone, la sfida continua sul tema della conversione del debito esterno del Kenya con l' Italia, per promuovere, si afferma in un comunicato, “percorsi di sviluppo e migliorare le condizioni abitative dei cittadini più vulnerabili della capitale del Kenya”. La Campagna “WNairobiW!” ha incontrato nel gennaio di quest’anno rappresentanti del governo italiano ai quali ha ribadito le seguenti priorità: ottenere dal governo del Kenya e dalle autorità locali garanzie sul blocco di tutte le operazioni di demolizione e sgombero; costituire, all’interno dell’ intesa di conversione del debito tra Kenya e Italia, un “Fondo popolare per la terra e la casa”. Ottenere che i fondi della conversione del debito siano investiti nel risanamento di due “slum” in cui la presa di coscienza e l‘organizzazione della gente è più avanzata”. Secondo WNairobiW! “È necessario raggiungere il consenso su due principi chiave: la proprietà della terra negli slum da riurbanizzare deve essere riconosciuta alle comunità che li abitano; deve essere garantito il coinvolgimento della società civile kenyana attraverso un chiaro, formale ed efficace meccanismo di partecipazione all' intero processo” (L.M.) (Agenzia Fides 7/3/2006 righe 37 parole 462)


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