ASIA/SRI LANKA - Stato di emergenza per il ciclone Ditwah: chiese cattoliche aperte agli sfollati, impegnate negli aiuti

martedì, 2 dicembre 2025 disastri naturali   solidarietà   caritas   pontificie opere missionarie  

Caritas Sri Lanka

Colombo (Agenzia Fides) - "Il paese è sott'acqua, la situazione è grave anche nelle città. Tutta la nazione è stata colpita dalle forti piogge, inondazioni. Vediamo tanta sofferenza e gente che ha perso tutto. Per questo l'intera Chiesa cattolica si è unita allo sforzo nazionale di aiuto, di accoglienza, di prossimità", dice all'Agenzia Fides padre Basil Rohan Fernando, sacerdote di Colombo e Direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Sri Lanka, raccontando la situazione nel paese colpito dal ciclone Ditwah. Abbattutosi sul territorio a partire dal 27 novembre e poi nei giorni successivi, il ciclone ha provocato frane sugli altopiani centrali, inondando le principali città.
Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza dopo le piogge torrenziali che hanno causato il cedimento di dighe e frane diffuse. Il bilancio delle vittime ha superato le 330 unità mentre oltre 200 risultano disperse, rendendolo uno dei peggiori disastri naturali degli ultimi anni. Secondo dati dello Sri Lanka Disaster Management Centre, circa 20.000 abitazioni sono state danneggiate, e oltre 100mila persone, tra gli sfollati interni, hanno trovato rifugio in campi di soccorso allestiti dalla protezione civile. Un terzo del Paese è rimasto senza elettricità e senza acqua corrente.
Il presidente Anura Kumara Dissanayake ha descritto il disastro come "uno dei più gravi nella storia della nazione", avvertendo che i costi di ripristino saranno estremamente elevati.
Una delle aree più colpite è la regione orientale, dove le acque alluvionali hanno sfondato la diga di Mavil Aru. Danni significativi sono stati segnalati anche a Colombo e in zone-chiave per l'economia locale.
Oltre 24.000 tra poliziotti e militari sono impiegati nelle operazioni di soccorso ma, nonostante gli sforzi, gli aiuti non hanno ancora raggiunto tutte le aree colpite..
In questa fase, nota padre Fernando "è importante l'unità nazionale: tutte le forze sane del paese e le persone di buona volontà stanno collaborando per alleviare la sofferenza delle vittime", racconta. "Anche le comunità religiose fanno la loro parte e si sono mosse per la solidarietà: la chiesa, le parrocchie e le istituzioni cattoliche sono già piene di sfollati che hanno trovato rifugio, accoglienza e consolazione". "La Caritas ha attivato la sua rete a tutti i livelli, nelle irosi e nelle parrocchie, i volontari lavorano instancabilmente e le comunità cattoliche hanno messo disposizione tutte le loro risorse e capacità per assistere gli sfollati, naturalmente senza alcuna distinzione di etnia o fede", ricorda.
Le comunità cristiane di tutte le confessioni stanno fornendo aiuti umanitari e sono impegnate in soccorsi di emergenza per le vittime del disastro, fornendo accoglienza, cibo, acqua, prodotti igienici. "Il supporto agli sfollati - ricorda il prete - è anche psicologico e spirituale. Un gesto di amore, di affetto e vicinanza vuole dire molto in queste situazioni, l'ascolto e il calore umano sono una testimonianza dell'amore di Dio verso ogni persona".
(PA) (Agenzia Fides 2/12/2025)


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