ASIA/FILIPPINE - Proteggere i pescatori filippini nel Mar delle Filippine occidentali: appello di cinque Vescovi

lunedì, 12 febbraio 2024 società civile   vescovi   economia  

Manila (Agenzia Fides) - Proteggere l'attività dei pescatori ed esperire tutti i mezzi legali per difendere la rivendicazione della nazione sul Mar delle Filippine occidentali : è quanto chiedono cinque Vescovi filippini che hanno la cura e la responsabilità pastorale di diocesi con confini costieri verso il Mar delle Filippine occidentali, dove i pescatori costituiscono la maggioranza della popolazione cattolica. L'esortazione pastorale congiunta , dal titolo «Figlioli, non avete nulla da mangiare?» (Gv 21,5) è stata firmata da: l'Arcivescovo di Lingayen-Dagupan Socrates Villegas e il Vescovo ausiliare di Lingayen-Dagupan, Fidelis Layog; il vescovo di Iba, Bartolome Santos Jr; il Vescovo di San Fernando de La Union, Socrates Mesiona; il Vescovo di Taytay, Broderick Pabillo;
I Presuli sottolineano che la disputa in corso tra Filippine e Cina su quel tratto di mare non è solo una questione che riguarda le risorse acquatiche ma, soprattutto, la vita dei pescatori. “Tutti i mezzi legali devono essere esperiti affinché ciò che la natura ci ha così generosamente donato possa essere nostro e nutrire le prossime generazioni di filippini", affermano, invocando "sforzi diplomatici" per tutelare l'attività di imbarcazioni di pescatori filippini. “La Chiesa è al loro fianco e, come Pastori di varie diocesi popolate da pescatori, noi diamo voce alle loro paure e ansie, ai loro dolori e alle loro preoccupazioni”, scrivono . Nel testo si afferma: “I pescatori ricevono un’assistenza insufficiente da parte del governo. Chiediamo ai nostri fratelli e sorelle nella fede di difendere i diritti dei nostri poveri pescatori, di aiutarli a mantenere i loro mezzi di sussistenza e di aiutare a costruire il futuro delle loro famiglie”.
Pur chiedendo al governo filippino di assumere una posizione più forte, i Vescovi chiariscono che "la violenza non può mai essere un’opzione": “Cerchiamo la pace e fare la guerra non può essere un’opzione morale. Ma non è giusto che i leader del nostro Paese permettano che i nostri pescatori siano cacciati dalle zone di pesca in cui il diritto internazionale riconosce i nostri diritti”, affermano, affidando la sorte dei pescatori alla Virgen del mar.
Le Filippine e la Cina da tempo si contendono la sovranità sulle acque del Mar delle Filippine occidentali, anche chiamato Mar Cinese Meridionale. Le Filippine sostengono la decisione della Corte permanente di arbitrato dell'Aja che, nel 2016, si è pronunciata a loro favore in un ricorso presentato nel 2013. La Corte stabilì che le aree rivendicate da Pechino - nella cosiddetta “linea dei nove punti” secondo cui il 90% delle acque del Mare del Sud ricade sotto la sua sovranità - sono, in gran parte, acque internazionali. Nell'area la Eia (Energy Information Administration) stima che vi siano giacimenti di idrocarburi pari a circa 11 miliardi di barili di petrolio e 190 trilioni di gas naturale. La Cina ha costruito porti, installazioni militari e piste di atterraggio, in particolare nelle isole Paracel e Spratly. La contesa sulle acque del Mar Cinese Meridionale, canale di trasporto per merci che supera i 3.000 miliardi di dollari all’anno, vede anche le rivendicazioni di altri Paesi del Sudest asiatico, come Vietnam, Brunei, Malaysia e Taiwan.
(PA) (Agenzia Fides 12/2/2024)


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