VATICANO - Beato Paolo Manna: una serata di preghiera e riflessione missionaria in occasione della memoria liturgica

sabato, 13 gennaio 2024 pontificie opere missionarie   evangelizzazione   animazione missionaria   formazione  

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Domenica 14 gennaio, al Collegio Urbano, viene riproposta la testimonianza e l’eredità spirituale e missionaria del Beato Paolo Manna, fondatore della Pontificia Unione Missionaria (PUM).
In occasione della sua memoria liturgica e dell'anniversario della nascita (16/01/1872), che cade martedì prossimo, la PUM con il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM) e il Pontificio Collegio Urbano organizza una serata di preghiera e riflessione a partire dalle 18:30 con la recita dei Vespri solenni domenicali, seguita alle 19 da una tavola rotonda sul tema “Il Beato Paolo Manna e l’attualità dell’animazione e formazione missionaria ai tempi dell’Evangelii Gaudium”. Alla tavola rotonda intervengono Padre Vito del Prete PIME, padre spirituale del Pontificio Collegio San Paolo, Don Armando Nugnes, Rettore del Pontificio Collegio Urbano e padre Dinh Anh Nhue Nguyen, OFM Conv, Segretario generale della PUM.
La serata offre l’occasione per approfondire il percorso umano e spirituale del Beato Manna, la sua anima apostolica missionaria che dovette affrontare non pochi momenti di buio. “Quello del Beato Paolo Manna è un processo di conversione continua, al contempo cristiana e missionaria. Tale cammino non fu privo di sofferenze, prove, crisi, ma chi si fida e si affida al Signore ne uscirà sempre più forte, più rinnovato nello Spirito, più “convertito” a Dio” spiega il Segretario generale della PUM.
All'età di 22 anni padre Paolo Manna, da poco ordinato sacerdote, si reca in Birmania (l’attuale Myanmar), dove getta “i semi” del Vangelo tra la tribù Ghekkú; ma si ammala e deve ritornare in Italia. In 12 anni di attività missionaria ritornò in Italia tre volte per gravi motivi di salute; vi soggiornò l'ultima volta nel 1907, con grande rammarico.
“Nel 1907 padre Manna si definiva “un missionario fallito”; A 35 anni, infatti, era tornato dalla Birmania in Italia per la terza volta, per gravi motivi di salute (soffriva di tubercolosi). Aveva sognato la missione tra i non cristiani e questa lo respinse. È uno dei momenti cruciali della sua vita: nell'Istituto missionario non c'era più posto per lui (a quel tempo gli anziani e gli ammalati tornavano nelle diocesi in cui erano incardinati) – si legge nel testo di padre Piero Gheddo “Un contemplativo in azione”, curato dalla PUM - Nell'estate del 1908, padre Paolo si recò a Lourdes, e alla Vergine, alla quale era molto devoto, non chiese la guarigione fisica e nemmeno di vedere chiaro nel suo futuro; chiede di essere innamorato di Gesù e di Maria, di santità e purezza per sé, salvezza eterna per sé e per tutti i suoi cari. Per quanto riguarda il suo futuro di “missionario fallito” si abbandona alla divina Provvidenza. Padre Manna non si capisce se non si parte da questa sua fede assoluta, indissolubile, nutrita dalla preghiera profonda: la qualità fondamentale della sua vita è stata la santità, che lo ha reso sereno e gioioso nelle tante prove e sofferenze attraversate”.
Proprio la conversione di Paolo Manna e quella di San Paolo saranno al centro di un altro momento di preghiera organizzato dalla PUM martedì 23 gennaio con la Messa e la predica missionaria ai sacerdoti del Collegio San Paolo.
(EG) (Agenzia Fides 13/01/2024)

Manna, superiore generale PIME, a Toungoo in Birmania (oggi Myanmar)

Manna a Pechino

Manna con Mons. Pollio

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