AFRICA/GHANA - Evangelizzazione, pace e cura del Creato: le sfide della Chiesa in Ghana secondo il Presidente della Conferenza Episcopale

mercoledì, 24 maggio 2023 chiese locali   vescovi   laudato si'  

Roma (Agenzia Fides) – La Chiesa in Ghana è cresciuta costantemente in termini numerici ma questo pone una sfida perché non abbiamo abbastanza agenti d’evangelizzazione” dice in un colloquio con l’Agenzia Fides Mons. Matthew Kwasi Gyamfi, Vescovo di Sunyani e Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana
“Abbiamo pochi sacerdoti e abbiamo pure una sfida dal punto di vista linguistico che rendono difficoltoso approfondire la fede attraverso un catechismo adatto alle persone” sottolinea Mons. Gyamfi, “In Ghana vi sono numerose sette di origine pentecostale ed evangelica che sono in grado di parlare le lingue locali. Così diversi fedeli cattolici sono attratti da queste sette”. “Grazie a Dio- prosegue il Vescovo- il problema delle lingue locali è ora almeno in parte in via di risoluzione. Storicamente i missionari che provenivano dall’Europa, dall’America o dall’Asia non parlavano le lingue locali. La maggior parte del clero e degli appartenenti agli ordini religiosi sono ora ghaniani così il problema delle lingue è meno sentito rispetto a qualche tempo fa”.
I laici inoltre giocano un ruolo molto importante, specialmente i catechisti che sono stati presenti fin dall’inizio dell’evangelizzazione accanto ai missionari” sottolinea il Presidente della Conferenza Episcopale. “I catechisti sono le guide delle comunità cattoliche nei villaggi, che sono centinaia, dove i preti non possono assicurare una presenza costante. Abbiamo così una forte e vivace comunità laicale che è impegnata in diversi aspetti dalla vita ecclesiale”.
Sul piano ecumenico e interreligioso Mons. Gyamfi, afferma che “abbiamo relazioni molto cordiali con le altre comunità religiose. Abbiamo incontri ecumenici annuali con le comunità cristiane presenti in Ghana, sia a livello nazionale che locale. Anche a livello parrocchiale il dialogo ecumenico e interreligioso è molto comune. Come Vescovi cattolici abbiamo iniziato un dialogo nazionale con i musulmani”.
“Per quel che concerne le cosiddette sette, il dialogo rimane difficile anche per il loro numero e varietà” continua Mons. Gyamfi. “Se prese nel loro insieme gli appartenenti alle varie sette sono di più dei cattolici. Ma la Chiesa cattolica rimane la singola denominazione cristiana maggiore del Paese”. “A parte uno o due casi queste sette di origine locale o comunque provenienti da altre parti dell’Africa e non da fuori il nostro continente” precisa il Vescovo.
Il Ghana è considerato uno dei Paesi africani più stabili ma vi sono alcune aree instabili, dove “vi sono conflitti che non sono comunque di natura confessionale” precisa Mons. Gyamfi. “Vi sono scontri tra etnie e tribù oppure lotte per il potere all’interno della stessa etnia” dice il Vescovo. “Il conflitto più preoccupante è quello nell’area di Bawku, nel nord del Ghana” sottolinea Mons. Gyamfi, riferendosi allo scontro tra conflitto tra le popolazioni Mamprusi e Kusasi (vedi Fides 6/3/2023). “La Chiesa è impegnata nella riconciliazione tra queste popolazioni. I Vescovi dell’area parlano con entrambe le parti, creano dei comitati di pace e di riconciliazione per cercare soluzioni al conflitto. Il problema non è ancora risolto ma continuiamo a perseverare nei nostri sforzi di mediazione” afferma. “Non bisogna mai mollare, come nel caso del conflitto di Yendi, nel nord del Ghana, il Vescovo locale dopo anni di tentativi è riuscito ad arrivare a una soluzione”. Si ricordi che questa crisi risale al 2002 e verteva sul crisi per la successione del re tradizionale dei Dagbamba (vedi Fides 12/6/2007).
La Chiesa cattolica è molta attiva infine sul piano della difesa dell’ambiente, in un Paese usato come discarica dal resto del mondo per i rifiuti elettronici e di abbigliamento. “Alla luce della “Laudato Sì” abbiamo creato con la Caritas dei centri di riciclaggio della plastica e dei rifiuti elettronici. Ma abbiamo pure l’inquinamento delle acque provocato dalle miniere illegali di oro (vedi Fides 17/11/2022), che provocano pure una forte deforestazione. Abbiamo avviato un programma per impiantare alberi, ben 3 milioni solo lo scorso anno” conclude. (L.M.) (Agenzia Fides 24/5/2023)


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