AFRICA/SUDAN - Un mese di conflitto bellico: la popolazione è allo stremo e il Paese nel caos

martedì, 16 maggio 2023

Khartoum (Agenzia Fides) – Combattimenti e saccheggi continuano ad ostacolare i gruppi umanitari a lavorare per sostenere la popolazione sudanese ridotta allo stremo dopo un mese di conflitti armati. La situazione nel Paese sembra non arrestarsi nonostante i diversi accordi di tregua concordati tra le parti e rapidamente violati (vedi Agenzia Fides 8/5/2023). Le agenzie si sono concentrate sull'evacuazione del proprio personale internazionale e sul trasferimento anche di parte del personale nazionale. La maggior parte dei sudanesi rimane nel paese, insieme a tanti sacerdoti e suore missionari. Alcuni sperano che le cose tornino alla normalità, mentre altri non possono partire perché non hanno i soldi per il trasporto o la capacità fisica di muoversi.
Dall’attuale contesto sembrano non esserci speranze che si possa arrivare ad una soluzione politica imminente tra i due generali golpisti, il capo dell’esercito federale Abdel Fattah al-Burhan e il suo ex vice Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti, che guida le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf), e la popolazione è a rischio fame. La situazione per i civili è sempre più grave. La settimana scorsa è stato allestito un ponte aereo umanitario dell'Unione Europea che ha trasportato i suoi primi aiuti umanitari.
Ad un mese dall’inizio degli scontri (vedi Agenzia Fides 17/4/2023) che finora ha causato 800 vittime tra i civili, solo a Khartoum, migliaia di feriti e quasi un milione di sfollati, giungono notizie che nella giornata di lunedì 15 maggio 2023 sono state assaltate diverse sedi diplomatiche. Dopo quella somala, anche l’ambasciata della Giordania è stata invasa e saccheggiata. Nei giorni scorsi era stato devastato il centro culturale saudita. Scontri armati sono avvenuti anche nei pressi di un ospedale nella zona Bahri, a nord di Khartoum. L’ospedale non è funzionante, i malati ed il personale erano stati evacuati dall’inizio della guerra. Attualmente la struttura, che ha subito danni ingenti a causa del bombardamento dell’esercito, è usata dalle forze di pronto intervento come rifugio e nel suo cortile sono state installate le unità della difesa antiaerea.
Con Khartoum ancora sotto assedio, le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali stanno allestendo nuove basi operative a Port Sudan, lungo il Mar Rosso, anche se la città è lontana da molte zone che necessitano di soccorso.

(AP) (Agenzia Fides 16/5/2023)


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