AFRICA/SUD SUDAN - I medici con l’Africa Cuamm: la pace passa anche attraverso la cura della salute delle persone

lunedì, 6 febbraio 2023

Nicola Berti

Juba (Agenzia Fides) – “Il Sud Sudan è una mamma che muore, a circa 20 anni, a causa di un parto andato male, perché assistita solo dalla nonna, nella sua capanna di terra e fango. Due bambini nati a casa, un terzo da far nascere e nessuno che si pone il problema di andare in ospedale o nel centro di salute. Il Sud Sudan è una bambina di circa 2 anni, che pesa 8,5 chilogrammi, è tutta gonfia, non riesce nemmeno ad aprire le gambe e gli occhi. Ha una forma molto grave di malnutrizione. Il Sud Sudan sono papà che camminano per giorni, decine e decine di chilometri, per portare i propri figli malati nel primo ospedale disponibile e che troppo spesso arrivano tardi”. Sono questi dati reali forniti direttamente all’Agenzia Fides da Elisa Bissacco del Settore Media Relations di Medici con l’Africa Cuamm.
“Non dimenticherò mai i volti dei bambini che ho curato, gli sguardi delle mamme accovacciate sotto le lettighe dei loro figli, il silenzio dei parenti dei malati che seduti nella veranda fuori dell’ospedale aspettavano, speravano e il loro dolore quando comunicavo che il loro caro non ce l’aveva fatta”, racconta Francesca, infermiera Cuamm.
“Qui il diritto alla vita, alla salute, alla sicurezza, non esistono. Si legge negli occhi rassegnati delle madri che non hanno nulla da mangiare per i propri figli, ma anche in quelli disillusi dei soldati che non sanno più perché combattono e muoiono lontano da casa, senza salario e cibo, ragazzi sempre affamati, alti come pertiche e magri come stecchi”, afferma Alessandra, chirurgo Cuamm.
È un impegno difficile e invisibile, quello dei medici e degli operatori del Cuamm, fatto di pazienza, perseveranza, tanta ostinazione e fiducia.
“È questo il nostro modo di rendere fattivo e concreto, ogni giorno, quell’ ‘Euntes, curate infirmos’, che ha ispirato le origini e continua a guidare il presente del Cuamm - prosegue Elisa. È il prendersi cura dell’altro che diventa Vangelo. Ci siamo sentiti interpellati nel profondo per portare aiuto a una popolazione bisognosa di tutto. E abbiamo scelto di andare nell’ultimo miglio, nel posto più lontano, dove nessuno vuole andare, in quelle periferie del mondo tanto care a Papa Francesco che adesso riaccende la speranza con la sua visita appena conclusa”.
Indipendente dal 2011 e in guerra civile dal 2013, il Sud Sudan è il paese più povero del mondo all’ultimo posto (191) nella classifica per Indice di sviluppo umano. Un lembo di terra rossa, grande due volte l’Italia, adagiata su un mare di petrolio, che non viene sfruttato, perché in Sud Sudan manca tutto. Strade, infrastrutture, servizi, scuola, sanità. È uno dei paesi più fragili e bisognosi al mondo. Conta 12 milioni di abitanti, per lo più pastori seminomadi, di diverse etnie in continua lotta tra loro. 2 milioni circa sono gli sfollati. Persone che hanno abbandonato le loro capanne, rifugiandosi in altre zone interne al paese stesso. Si stima che circa 9 milioni di persone abbiano bisogno di assistenza umanitaria. Un bambino su due è malnutrito, così come due donne in gravidanza su tre. Il personale sanitario formato è scarsissimo. Un rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) di marzo 2022, conta 1 medico ogni 65.574 persone e 1 ostetrica ogni 39.000. Significa che solo 1 mamma in gravidanza ogni 1.953 può avere un parto assistito da una persona competente e formata.
“È un quadro drammatico – sottolinea la Bissacco. E di fronte alle sofferenze del fratello, abbiamo scelto di non voltarci dall’altra parte, perché i bisogni dei più poveri e ultimi diventano la nostra priorità. Sempre ‘con l’Africa’, accompagnando la popolazione e le autorità a camminare, passo dopo passo e a crescere insieme.
Abbiamo cominciato nel 2006, prima dell’indipendenza, nell’ospedale di Yirol. Da lì, l’intervento si è allargato all’ospedale di Lui con l’annessa Scuola per Ostetriche, a quello di Rumbek, all’ospedale di Maridi, fino ad oggi, che il Cuamm è partner ufficiale del Governo sud sudanese per dare assistenza sanitaria di base alla popolazione. Siamo presenti in 11 contee, dove supportiamo 103 strutture sanitarie periferiche; 4 ospedali (Yirol, Lui, Rumbek, Cueibet); 2 Istituti di Scienze Sanitarie, con circa 1.350 staff sanitari nazionali e 924 operatori sanitari di comunità, supportati da un team internazionale di circa 60 persone.
‘La vostra opera è un modo concreto di mettere in pratica ciò che chiediamo ogni giorno nel Padre nostro. Voi vi impegnate perché non manchi il pane quotidiano a tanti fratelli e sorelle che oggi non hanno accesso a un’assistenza sanitaria normale, di base’. Sono le parole che lo stesso Papa Francesco ci ha rivolto nel corso del Meeting tenuto in Vaticano il 19 novembre 2022 (vedi Agenzia Fides 18/11/2022). E sono la realtà che viviamo ogni giorno, convinti che la pace passi anche attraverso la cura della salute delle persone.”
“Il cammino è solo all’inizio – conclude la responsabile del Settore Media Relations del Cuamm. La strada che il Sud Sudan ha davanti per diventare un paese in cui si vive in modo dignitoso è ancora lunghissima. Speriamo davvero che questo viaggio del Papa sia la prima pietra posta per ricostruire la pace, perché solo così ogni problema può trovare una soluzione”.

(EB/AP) (Agenzia Fides 6/2/2023)

Nicola Berti

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