ASIA/CINA - Il tempo di Natale dei cattolici cinesi. Quando la luce di Gesù incrocia i giorni del dolore

martedì, 10 gennaio 2023 natale   covid-19   pandemia   sacramenti   battesimo  

di Marta Zhao
Pechino (Agenzia Fides) – Tanti cattolici cinesi ricorderanno per sempre il tempo di Natale appena concluso.
Stavolta, il rinnovarsi della letizia per la nascita di Gesù ha incrociato sofferenze e affanni portati dalla nuova impennata della pandemia da Covid-19. Proprio nei giorni prima e dopo Natale, tante famiglie sono state visitate dal dolore e dal lutto. E proprio in tutto questo, il sensus fidei di tanti battezzati ha trovato nel Natale la luce per vivere da cristiani anche tali circostanze dolorose. “Tante storie e vicende viste e ascoltate in questi giorni sono state per me come una vera e propria ‘epifania’ della fede di fratelli e sorelle abbracciati e consolati da Gesù, che rendono a Lui grazie in ogni circostanza della vita” racconta all’Agenzia Fides Maria Han, che frequenta a Pechino la chiesa dedicata a San Giuseppe.
La comunità cattolica in Cina ha perso durante l’ondata di contagio suore, sacerdoti e tanti catechisti e catechiste. I siti internet delle parrocchie accessibili con le reti sociali come WeChat si sono riempiti di richieste di preghiere per i malati e i moribondi, e di annunci dei decessi di tante persone anziane, insieme agli avvisi delle iniziative spontanee di solidarietà avviate per far arrivare tramite “corrieri” volontari gli antipiretici e altri medicinali alle persone che ne erano sfornite e stavano affrontando la malattia in isolamento, nella propria abitazione. Nella Cattedrale di Pechino è venuto a mancare lo storico sacrestano Giovanni Zhu Deyou, conosciuto da tutti come “maestro Zhu” (nella foto), che ha aiutato a crescere nella fede generazioni di catechisti e chierichetti.
Tanti malati gravi e tanti moribondi non hanno potuto ricevere l’Unzione degli infermi e i sacramenti prima dell’ultimo congedo. In quelle situazioni, stretti dall’emergenza, figli e nipoti delle persone anziane moribonde, seguendo il loro sensus fidei, hanno esercitato in pienezza il sacerdozio universale dei battezzati, accompagnando gli ultimi istanti dei propri cari con preghiere e benedizioni. Riuniti intorno al loro capezzale, hanno fatto il segno della croce sulla fronte dei genitori anziani con l’acqua benedetta, dando loro l’ultimo addio.
Corrono da persona a persona, anche grazie alle reti sociali, le storie di sacerdoti che hanno amministrato l’Estrema Unzione ai moribondi nell’ambulanza che a sirene spiegate li conduceva all’ospedale, mentre la rete delle parrocchie e delle diocesi si metteva in moto per assicurare una degna sepoltura a tutte le persone delle diverse comunità stroncate dalla pandemia, e portare medicine e cibo alle famiglie isolate in casa a causa del contagio. “Le nostre comunità hanno condiviso la prova dell’ansia, del dolore, del senso di impotenza davanti alla malattia. Nel buio di questi giorni difficili, la luce del Natale ha brillato ancor più viva e intensa, portando consolazione nei cuori di tanti. Anche in questo modo tanti fratelli e tante sorelle hanno dato testimonianza della speranza cristiana, ricevuta e vissuta come un dono più grande di tutte le nostre miserie e fragilità” confida Giuseppe Zhang, mentre esce dalla cattedrale di Pechino, dopo aver partecipato alla messa nella festa dell’Epifania del Signore. (Agenzia Fides 10/1/2023)


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