Klouékanmè (Agenzia Fides) – Contribuire alla cresciuta di una vocazione, al suo fiorire perché il “seme” porti frutto. Sono in tanti coloro che ogni anno contribuiscono spiritualmente ed economicamente, tramite la Pontificia Opera San Pietro Apostolo (POSPA), affinché i seminaristi possano continuare a crescere nella propria vocazione, a proseguire nel proprio cammino e a diventare sacerdoti. A loro volta i seminaristi beneficiano di questo aiuto e pregano per i loro benefattori. S’innesca così uno scambio di doni e di aiuto reciproco a “distanza” che unisce in una vera e propria “fraternità missionaria”, come racconta all’Agenzia Fides P. Ambroise Kinhoun , rettore del “Grand Séminaire Mgr. Louis-Parisot” di Tchanvédji in Benin.
“Nel seminario è stato istituito un organismo chiamato “Missio” il cui primo obiettivo è far presente ai seminaristi che altri battezzati si impegnano per contribuire alla loro formazione. Durante tutto l’anno e specialmente nella settimana della Giornata Missionaria Mondiale – spiega padre Kinhoun - viene fatta molta comunicazione su questo aspetto. Vengono anche organizzate esposizioni per spiegare come altri cristiani in tante parti del mondo offrono preghiere e offerte per far sì che il seme della vocazione possa svilupparsi”.
Il Seminario di teologia “Grand Séminaire Mgr. Louis-Parisot” di Tchanvédji creato 27 anni fa, è il secondo seminario di teologia fondato in Benin: vi collaborano tra i dieci e i dodici sacerdoti formatori, tre suore e diciassette laici. Attualmente ci sono 130 seminaristi che affrontano gli ultimi quattro anni di formazione sacerdotale. Ogni seminarista, col sostegno della sua famiglia, provvede donando qualcosa per l’anno in corso in denaro o generi alimentari. I seminaristi si dedicano all’agricoltura e all’allevamento degli animali provvedendo così alla propria alimentazione. “Ci sono ragazzi che vengono da famiglie povere a livello materiale, a loro va il sostegno più grande. Tra i benefattori,, conosco personalmente delle famiglie che vivono in modo modesto e che dalla Slovacchia inviano i loro denari a noi, che si impegnano per le missioni. Questo mi sembra un fatto straordinario . Spesso quando sono in Europa – conclude il rettore del “Grand Séminaire” - sento che si prega per le vocazioni che in altre parti del mondo, come da noi, fioriscono. Qui viviamo una realtà vocazionale molto importante. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio per formare i ragazzi con questa apertura missionaria che guarda al futuro”.
(EG) (Agenzia Fides 29/11/2022)
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