AFRICA/ZAMBIA - L’ONU lancia l’allarme fame per almeno 10 milioni di persone in Africa australe. I governi stanno prendendo provvedimenti. Ma saranno sufficienti?

giovedì, 8 settembre 2005

Lusaka (Agenzia Fides)- “Non siamo ancora all’emergenza, ma è una situazione da tenere sotto controllo” riferiscono fonti locali contattate a Lusaka, capitale dello Zambia, uno dei Paesi considerati a rischio carestia dal Programma Alimentare Mondiale (PAM). Secondo l’agenzia specializzata dell’ONU, almeno 10 milioni di persone sono minacciate dalla fame in diversi paesi dell’Africa australe: Malawi, Zambia, Zimbabwe e Mozambico. “Per quel che concerne lo Zambia il governo ha preso alcune misure per evitare quello che è successo nel 2002 quando si verificò una carestia drammatica” affermano le fonti.
“Il clima che si respira oggi è diverso da quello che precedette la carestia del 2002. C’è preoccupazione ma non allarme. Il governo sta acquistando mais all’estero e ha incentivato gli agricoltori locali fornendo assistenza per il raccolto invernale” dicono le fonti.
È soprattutto il sud dello Zambia ad aver risentito delle siccità che ha colpito diverse regioni dell’Africa australe. “Nello Zambia si fanno ben 4 raccolti all’anno, uno ogni 3 mesi”. “In teoria quindi il Paese potrebbe essere autosufficiente e addirittura diventare esportatore. Il problema è che l’agricoltura del Paese è ancora arcaica; mancano strumenti e infrastrutture come pozzi, canali e strade per distribuire il raccolto in tutto il Paese”.
“Entro due mesi si vedrà se le misure prese dalle autorità locali saranno sufficienti a far fronte a un eventuale peggioramento della situazione” concludono le fonti da Lusuka.
Più grave appare la situazione negli altri Paesi. In Malawi per esempio, dove a fine agosto le Nazioni Unite avevano lanciato un appello per la raccolta di 88 milioni di dollari destinati ad attenuare la fame di oltre quattro milioni di malawiani. Le somme serviranno, oltre che nteggiare l'emergenza, ad aiutare i piccoli agricoltori a prepararsi per il prossimo raccolto. Il governo del paese africano ha messo a punto, per questo, un programma di aiuti. “Per la comunità internazionale", ha detto Shimon Pluess, portavoce del Programma alimentare mondiale, “c’è l’opportunità inedita di assistere un governo africano che si e' assunto la responsabilità di affrontare questi problemi”.
In Africa la crisi alimentare più grave rimane quella del Niger dove, secondo le statistiche del PAM, 1 milione e 200mila persone sono in pericolo. Un’altra grave emergenza riguarda il Darfur, la regione occidentale del Sudan dove i raid dei miliziani Janjaweed hanno costretto alla fuga la maggior parte della popolazione, costretta ora a vivere in campi profughi e a dipendere dal cibo fornito dalle organizzazioni umanitarie internazionali. (L.M.) (Agenzia Fides 8/9/2005 righe 36 parole 432)


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