ASIA/INDONESIA - Dopo la tragedia nello stadio di Malang, i cattolici offrono sostegno morale, materiale, spirituale

lunedì, 3 ottobre 2022

Jakarta (Agenzia Fides) - Il giorno dopo la violenza e il disastro nello stadio di Malang, nella parte orientale dell'isola di Giava, che ha fatto 127 morti (tra i quali un bambino di 5 anni), la Chiesa cattolica indonesiana offre sostegno morale e materiale, anche per ottenere giustizia, e dona conforto spirituale alle famiglie delle vittime. La tragedia è stata anche ricordata da Papa Francesco dopo l'Angelus del 2 ottobre, in piazza san Pietro. Rivolgendo un pensiero alle vittime, il Pontefice ha detto: "Prego anche per quanti hanno perso la vita e sono rimasti feriti negli scontri scoppiati dopo una partita di calcio a Malang in Indonesia".
Secondo le ricostruzioni, a Malang, nella provincia di Giava orientale, nella sera di sabato 1° ottobre, al termine di una gara di calcio nello stadio cittadino, i tifosi della squadra Arema FC hanno preso d'assalto il campo, dopo la sconfitta del loro team, che ha perso in casa 3-2 contro gli acerrimi rivali del Persebaya Surabaya. Gli agenti della polizia hanno cercato di indurre i tifosi a tornare sugli spalti usando gas lacrimogeni. Si è scatenata una fuga generale e una calca impressionante, che ha ucciso 127 persone e ne ha ferite 323. Il Presidente indonesiano, Joko Widodo, ha ordinato una revisione del piano di sicurezza per le partite di calcio, mentre gli organi di governo e della polizia condurranno "una valutazione approfondita dell'accaduto”.
Esprimendo le condoglianze della Chiesa cattolica indonesiana, il Vescovo carmelitano Henricus Pidyarto Gunawan, che guida la comunità cattolica a Malang, ha "affidato le famiglie a Dio misericordioso", mentre padre Hans Jeharut, Segretario esecutivo della Commissione dei laici della Conferenza episcopale indonesiana, ha invitato le autorità indonesiane "a svolgere un'indagine completa e ad assicurare alla giustizia i colpevoli”.
Due sacerdoti cattolici di Malang hanno condiviso le loro impressioni il giorno dopo, con l'Agenzia Fides. Padre Tedjo Soekarno, sacerdote diocesano di Malang impegnato nel dialogo interreligioso, osserva: "Ieri abbiamo assistito a un fenomeno che mi preoccupa seriamente come cittadino nativo di Malang. Lavoriamo costantemente per promuovere il dialogo interreligioso a Giava orientale, con comunità etniche e religiose diverse. Notando l'animosità che ieri ha generato la tragedia, vediamo oggi che c'è bisogno di continuare nell'opera di creare armonia in ogni livello nella società, per prevenire ogni violenza", rimarca il sacerdote,
Padre Eko Aldianto O.Carm, anch'egli nativo di Malang, negli ultimi anni Segretario esecutivo della Commissione "Giustizia e Pace e Pastorale per i Migranti" dei Vescovi indonesiani, concorda dicendo: "E' una tragedia inaspettata che mi ha lasciato sbalordito. Siamo senza parole di fronte a tale assurda polarizzazione, per una competizione sportiva. Oggi possiamo pregare per le famiglie coinvolte, ma dobbiamo anche riflettere sul da farsi per far sì che ogni gara sportiva resti un confronto all'insegna della lealtà, del sacrificio, del mutuo rispetto, che sia un divertimento e un spettacolo per il pubblico, non certo un momento conflittuale o foriero di violenza".
Il rev. Gomar Gultom, Presidente della "Comunione delle Chiese di Indonesia", che riunisce le comunità cristiane protestanti, esprimendo profonde condoglianze da parte di tutti i cristiani indonesiani, ha rimarcato che "un evento sportivo non può e non deve finire in una rivolta che toglie la vita a più di cento persone". “Questa è una lezione importante per la polizia e per la sicurezza, che lo stato deve garantire. Preghiamo per le famiglie delle vittime e diciamo loro: lasciamo la gestione di questo caso alle istituzioni e alla giustizia", ha detto per scongiurare vendette incrociate tra tifoserie contrapposte.
(PA-MH) (Agenzia Fides 3/10/2022)


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