VATICANO - Mons. Harrington ai Vescovi: “Occorre ripensare la comunicazione mettendo al centro i destinatari del messaggio”

venerdì, 9 settembre 2022 evangelizzazione   comunicazioni sociali   vescovi   pontificie opere missionarie  

Agenzia Fides (Roma) – Il pubblico e come fruisce il messaggio (targeting), la narrazione (storytelling) e gli strumenti per arrivare ai destinatari (delivery) sono i tre pilastri su cui basare la comunicazione del messaggio evangelico, secondo Mons. Kieran Harrington, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie (POM) Usa, intervenuto ieri al seminario per i Vescovi, organizzato a Roma dal Dicastero per l’Evangelizzazione (vedi Ag. Fides 2/9/2022).
Mons. Harrington ha appassionato i suoi uditori con una presentazione che ha unito ad una efficace e dettagliata illustrazione dei “fondamentali” della comunicazione missionaria, l’esperienza sul campo: ha offerto esempi concreti, declinando ogni passaggio del suo intervento non solo alle esigenze primarie di un Vescovo appena eletto ma anche ai mezzi che realmente dispone per poter comunicare efficacemente nell'ambito dei mass media.
Mons. Harrington ha esortato a cominciare qualunque discorso comunicativo dal pubblico, partendo da chi ascolta, ponendosi delle domande che aiutino a focalizzare a chi si intende far arrivare un messaggio. Ha esortato i Vescovi ad avere il coraggio di cambiare, di ripensare la comunicazione, e di essere consapevoli che "comunicazione è missione", citando un passaggio del documento "Evangelii Gaudium" (n. 33): “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del 'si è fatto sempre così'. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una individuazione dei fini senza un’adeguata ricerca comunitaria dei mezzi per raggiungerli è condannata a tradursi in mera fantasia”.
Per una migliore riuscita del racconto, mons. Harrington ha sottolineato l'esigenza di sapere individuare storie e testimonianze nelle proprie comunità che possono arrivare agli ascoltatori in modo diretto, empatico: “La storia per essere efficace – ha spiegato – deve cambiare il nostro modo di agire, deve essere raccontata in modo semplice e comprensibile, deve essere vicina al sentire di chi la ascolta; in alcuni casi sarà anche un invito a passare all'azione, ai fatti”.
Parlando degli strumenti di comunicazione mediatica tradizionali (agenzie stampa, televisioni e radio) Mons. Harrington, pur ricordandone l’importanza basilare nel mondo dell’informazione, ha denunciato la loro insufficienza nel contesto attuale totalmente digitalizzato dove il ruolo fondamentale nella comunicazione lo svolgono i social media (Twitter, Facebook, Instagram, WhatsApp, Telegram, ecc). Il Direttore delle POM americane, con dati alla mano su Asia, Africa e Sudamerica, ha evidenziato una crescita esponenziale del digitale in questi continenti, con i connessi cambiamenti che essi hanno portato, in primis la velocità del messaggio, soffermandosi soprattutto su Twitter e portando l’esempio dei post su Twitter di Papa Francesco.
Nella seconda parte del suo intervento Mons. Harrington ha fornito spunti pratici, invitando i Vescovi a realizzare una programmazione dei calendari pastorali al fine di organizzarne una comunicazione efficace e li ha esortati ad attingere da una propria “dispensa” interna, per far sì che il proprio messaggio abbia una maggiore amplificazione (pilastri della comunità, insegnanti, educatori, responsabili di gruppi o movimenti religiosi, imprenditori, ecc). Infine ha affrontato il tema della gestione della "comunicazione di crisi" da approcciare con la lucidità giusta che consenta di definirne l'ambito per poter agire con un messaggio rapido da affidare agli strumenti giusti.
(EG) (Agenzia Fides 9/9/2022)



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