ASIA/TURCHIA - Prime critiche ai nuovi regolamenti elettorali per le Fondazioni delle comunità non musulmane

sabato, 2 luglio 2022 medio oriente   chiese orientali   chiese locali   ebraismo   minoranze religiose  

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Ankara (Agenzia Fides) – Le Fondazioni turche legate alle comunità di fede non musulmane hanno un nuovo regolamento elettorale con dovranno por mano al rinnovamento dei rispettivi organismi amministrativi e così riavviare a pieno ritmo attività, e iniziative ad esse affidate dal sistema istituzionale nazionale. La pubblicazione delle nuove regole pone fine a un lungo periodo di stallo e di incertezza legislativa, che negli ultimi anni ha condizionato e in parte ostacolato il normale svolgimento delle funzioni svolte da tali organismi a vantaggio delle comunità non musulmane presenti in Turchia. Nel contempo, proprio la prima lettura dei nuovi regolamenti ha suscitato diversi rilievi critici espressi da esponenti noti delle locali comunità di fede minoritarie.
Il testo delle nuove regole per l’elezione degli organi di amministrazione delle Fondazioni è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale turca sabato 18 giugno.
Il sistema delle “Fondazioni” è lo strumento giuridico con cui di fatto gli apparati politici turchi regolano i propri rapporti istituzionali con le comunità di fede non musulmane. Alla Direzione nazionale delle Fondazioni fanno riferimento attualmente 167 Fondazioni legate alle comunità greco-ortodosse, armene, ebraiche, siriache, caldee, bulgare, georgiane e maronite presenti in Turchia, usualmente definite come "minoranze".
In Turchia la gestione delle Fondazioni delle minoranze tocca da vicino la vita delle comunità cristiane e ebraiche locali. A tali organismi è di fatto affidata la gestione di luoghi di culto(chiese e sinagoghe), beni immobiliari e istituzioni pubbliche – come centri culturali e ospedali - collegate alle diverse comunità non musulmane.
Il processo per la stesura di un nuovo regolamento, riguardante soprattutto le elezioni per l’assegnazione delle cariche all’interno delle Fondazioni, ha avuto un’accelerazione negli ultimi anni, dopo un lungo periodo di stallo (vedi Fides 27/1/2022). Il precedente regolamento elettorale per i vertici delle Fondazioni, come già riferito da Fides (vedi Fides, era stato sospeso nel 2013, dopo che il governo aveva preso l’impegno di stabilire nuove procedure e aveva giustificato la misura con l’intento dichiarato di voler rendere più funzionale e trasparente la gestione dei beni immobiliari affidati a tali organismi.
I nuovi regolamenti, nei giorni successivi alla loro pubblicazione, sono divenuti oggetto di valutazioni critiche da parte di esponenti delle comunità di fede non musulmane. Il deputato armeno Garo Paylan, dell’HDP (Partito Democratico dei Popoli, formazione d'opposizione che unisce organizzazioni politiche curde e forze di sinistra) ha presentato al Parlamento turco un’interrogazione in cui sostiene che la pubblicazione dei nuovi regolamenti ha causato “grande frustrazione nelle comunità minoritarie”, criticando in particolare la nuova suddivisione territoriale delle circoscrizioni elettorali da utilizzare per i processi elettorali colti a rinnovare i Consigli di amministrazione delle singole Fondazioni e il fatto di aver sottoposto al controllo del Ministero della Salute le attività delle Fondazioni che gestiscono ospedali e altri presidi sanitari.
Lo status giuridico delle Fondazioni si fonda ancora sul Trattato di pace di Losanna, sottoscritto nel 1923 dalla Turchia e dalle potenze dell’Intesa (Impero britannico, Francia e Impero Russo) uscite vittoriose dalla Prima Guerra mondiale. Il Trattato garantiva alle comunità di fede non musulmane presenti in Turchia l'uguaglianza davanti alle leggi e la libertà di promuovere e gestire "istituzioni religiose e sociali".
Negli ultimi due decenni la Turchia ha affrontato e risolto molte delle controversie relative alla gestione e destinazione di proprietà sequestrate dallo Stato su cui le Fondazioni rivendicavano i diritti garantiti dal Trattato di Losanna. Secondo dati ufficiali forniti dagli apparati turchi, alle Fondazioni collegate alle comunità non musulmane sono stati restituiti tra il 2013 e il 2018 circa 1.084 immobili, e alle stesse comunità sono stati consegnati dopo i necessari restauri 20 luoghi di culto.
In passato, a partire dal1936, disposizioni legislative avevano aperto alle Fondazioni delle comunità non musulmane la possibilità di acquisire nuove proprietà Poi, nel 1974, tale garanzia era stata annullata e lo Stato aveva iniziato a sequestrare in forma massiccia i beni acquistati dalle Fondazioni delle comunità non musulmane a partire dal 1936. Dopo il 2000, nuove disposizioni emanate in conformità con i cosiddetti “pacchetti di armonizzazione” richiesti alla Turchia in vista della sua adesione all'Unione Europea hanno favorito il ritorno alle Fondazioni di beni immobili in precedenza sequestrati dallo Stato.
(GV) (Agenzia Fides 2/7/2022)


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