AMERICA - I Vescovi dopo le stragi a Melilla e San Antonio: inefficace l’inasprimento delle politiche migratorie, allargare le possibilità di migrazione regolare

giovedì, 30 giugno 2022 conferenze episcopali   emigrazione   celam  

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Bogotà (Agenzia Fides) - "Rifiutiamo gli approcci punitivi e di 'combattere' i migranti irregolari nella formulazione delle politiche migratorie e di gestione delle frontiere, non solo per la loro inefficacia e gli elevati costi finanziari, ma soprattutto perché questi si traducono in più morti e schiavitù (tratta), inoltre vanno contro un elementare senso di umanità e contro lo spirito di un ampio ‘noi’ che Papa Francesco ci chiama a sviluppare". Così scrive l’Arcivescovo di Trujillo e Presidente del CELAM, Monsignor Miguel Cabrejos Vidarte, a nome dei Vescovi Latinoamericani e dei Caraibi e delle organizzazioni impegnate con i migranti che formano la Red Clamor, dopo la scoperta di un camion con 50 migranti morti all'interno, molti minori, provenienti da Guatemala, Honduras e Messico. I corpi sono stati scoperti in un veicolo abbandonato a San Antonio, città del Texas a circa 240 km dal confine con il Messico, in una zona degli Stati Uniti dove le temperature arrivano facilmente oltre i 40 gradi.
Nella dichiarazione del 29 giugno, si esprime costernazione per l’accaduto e solidarietà alle famiglie dei migranti che sono morti. “Questo fatto criminale, come tanti altri che si stanno verificando con sempre maggiore frequenza alle frontiere dei paesi sviluppati, evidenziano la disperazione di quanti, alla ricerca di un futuro migliore, sono disposti a mettere a rischio la propria vita e quella dei loro familiari” prosegue la lettera, rilevando che l’inasprimento delle politiche migratorie non riesce a contenere i flussi dei migranti ed è causa diretta delle morti e dell’aumento del traffico di persone.
“La vita di nessun essere umano può diventare una mercanzia, a cui si dà un prezzo di mercato, per arricchire le mafie criminali, non poche volte in complicità con gli organismi di sicurezza dei nostri paesi” denuncia con forza la lettera. L’Arcivescovo esprime poi preoccupazione per il destino dei sopravvissuti, in particolare dei bambini, considerando i precedenti di quanto accade con i minori migranti negli Stati Uniti. Il CELAM e Red Clamor si rivolgono quindi a tutti i paesi della regione, in particolare al governo degli Stati Uniti, perché allarghino le opzioni di migrazione regolare, per prevenire la morte, la tratta e il traffico di esseri umani.
Il comunicato fa riferimento ad un altro tragico episodio analogo, avvenuto pochi giorni fa, venerdì 24 giugno, in Europa, quando gruppi di emigranti sub-sahariani cercando di fuggire dalla miseria, dalla fame e dalle guerre nei loro diversi paesi e non avendo modi alternativi per entrare in Spagna in modo sicuro e regolamentato, hanno cercato di attraversare il confine tra Nador (Marocco) e Melilla (Spagna). “L’arrivo di più di 1.500 persone è stato respinto dalle forze di sicurezza di Marocco e Spagna, causando un autentico massacro, con più di 30 morti” ha denunciato Red Clamor nel suo comunicato del 28 giugno. I media e i social network hanno mostrato “i corpi gettati sul pavimento, alcuni vivi e altri morti, sotto il sole, legati, ricevendo trattamenti crudeli, inumani e degradanti da parte dell'esercito marocchino". Red Clamor condivide la richiesta dei Vescovi spagnoli al governo affinché esamini e affronti questa nuova crisi nella linea di proteggere ogni essere umano e di stabilire con urgenza vie di accesso legali e sicure per le persone in mobilità forzata.
Red Clamor esprime solidarietà alle famiglie dei fratelli assassinati, chiedendo "giustizia, verità, indagini, riparazione e non ripetizione di questi eventi sanguinosi", oltre alla liberazione dei migranti trattenuti nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) in quanto “sono vittime e come vittime hanno bisogno di ambienti sicuri e accompagnamento umano, non di una prigione”. Inoltre chiede il rimpatrio nei loro paesi delle salme dei migranti deceduti.
Unendo la sua voce a quella dei Pastori del continente latinoamericano e dei Caraibi, Red Clamor conclude: "Con Papa Francesco continuiamo a scommettere sull'abbattimento dei muri e sulla costruzione di ponti di solidarietà, per combattere la cultura dello scarto, per rendere possibile l'amicizia sociale e la fraternità dei figli e delle figlie di Dio, senza escludere nessuno, indipendentemente dal colore della pelle, dalla nazionalità o dallo status migratorio",
(SL) (Agenzia Fides 30/6/2022)


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