AFRICA/ERITREA - Dilaga il reclutamento forzato di soldati per il conflitto nel Tigray

martedì, 21 giugno 2022

Adigrat (Agenzia Fides) - “Migliaia di persone sono stati reclutate forzatamente per combattere nel Tigray, con uomini, donne e bambini presi e mandati a combattere in prima linea. Il reclutamento di bambini da parte delle forze eritree sono peggiorati, con testimoni che hanno riferito di rastrellamenti di bambini di appena 14 anni.” E’ quanto ha dichiarato il relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Eritrea, Mohamed Abdelsalam Babiker, all’apertura della 50a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, in corso dal 13 giugno all'8 luglio 2022 presso l'Ufficio dell’Onu a Ginevra.
Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, anche i rifugiati che sono stati presi dai campi di Hitsats e Shimelba in Etiopia alla fine del 2020 sono stati detenuti, puniti e arruolati. Secondo quanto dichiarato da un esperto indipendente delle Nazioni Unite, nell'ultimo anno tante famiglie eritree i cui parenti erano stati costretti a combattere nel Tigray non hanno ricevuto informazioni ufficiali sul loro destino o su dove si trovino e vivono nel timore di non rivederli più.
“Da quando sono entrato in carica nel novembre 2020, - ha dichiarato Babiker - non ho ricevuto alcuna prova di progressi nella situazione dei diritti umani in Eritrea. Piuttosto, ho osservato un deterioramento in diverse aree e violazione continua di diritti umani”. Questi abusi sono legati al sistema di servizio nazionale/militare a tempo indeterminato e hanno ulteriormente aggravato la già drammatica situazione interna dei diritti umani in Eritrea. Quelli che tentano di sottrarsi al servizio militare sono imprigionati in ‘condizioni disumane e degradanti a tempo indeterminato. Le autorità puniscono anche gli inadempienti per procura, ad esempio imprigionando un genitore o un coniuge per costringerli a consegnarsi. “Ho anche ricevuto informazioni su arruolati che sono stati uccisi mentre cercavano di fuggire dal Tigray o dai centri di addestramento militare in Eritrea”, ha detto il relatore speciale.
Secondo quanto affermato dall’esperto nelle Nazioni Unite, i richiedenti asilo eritrei sono ancora detenuti, respinti e non hanno accesso alla procedura di asilo in molti paesi. “Devono affrontare violazioni e difficoltà indicibili nella loro ricerca di sicurezza. Particolarmente allarmante è la situazione dei minori non accompagnati. Inoltre, desta grande preoccupazione la situazione dei profughi eritrei in Etiopia, dove migliaia di loro sono ancora in grave pericolo. Continuo a ricevere segnalazioni di rifugiati eritrei uccisi in attacchi, morti per cause prevenibili legate alla mancanza di accesso a cibo, acqua e medicine nel Tigray”, ha affermato Babiker.
Per il Relatore speciale, questa è una questione urgente che richiede un'azione immediata per proteggere i rifugiati e le altre popolazioni vulnerabili. Pur elogiando gli sforzi compiuti dal Servizio etiope per i rifugiati e i rimpatri e dall'UNHCR per registrare e assistere i rifugiati eritrei, ha espresso preoccupazione per le difficoltà incontrate dagli operatori umanitari nell'operare nella regione del Tigray. “È molto preoccupante il ruolo svolto dalle forze eritree, che da diversi mesi impediscono la consegna di aiuti umanitari ai rifugiati e alle altre popolazioni bisognose del Tigray” (vedi Agenzia Fides 17/3/2022), ha precisato il Relatore Speciale.
Il metodo di arruolamento del governo eritreo prevede le cosiddette ‘giffa’, o incursioni a scopo di leva militare e, secondo quanto emerso da fonti locali si sono intensificate drammaticamente in tutta l'Eritrea, soprattutto in seguito al conflitto nella regione etiope del Tigray in corso dal novembre 2020 (vedi Agenzia Fides 14/12/2020). Ufficialmente, il servizio militare è limitato a 18 mesi. Ma il potere in atto ad Asmara crede di dover poter contare sulla sua popolazione in caso di guerra.
(GF/AP) (Agenzia Fides 21/06/2022)


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