AFRICA/ERITREA - “No alla chiusura o alla nazionalizzazione delle restanti scuole cattoliche” denunciano i Vescovi

lunedì, 21 giugno 2021 vescovi   scuola   persecuzioni  

Asmara (Agenzia Fides) – “Siamo profondamente rattristati e feriti dalle misure che il governo sta adottando con la forza, togliendoci le istituzioni educative e sanitarie che legittimamente ci appartengono” lamentano i Vescovi dell’Eritrea in una lettera indirizzata al Ministro dell'Istruzione, On. Mr. Semere Reesom, nella quale denunciano la chiusura e la nazionalizzazione delle scuole cattoliche da parte del governo.
I Vescovi ricordano il recente sequestro da parte del governo delle cliniche cattoliche, che limita gravemente i servizi della Chiesa nel Paese, e lamentano che in precedenza, nel 2018, le scuole secondarie di proprietà della Chiesa furono confiscate. Ora “sono state avviate le procedure per la confisca o, in alternativa, la chiusura delle nostre restanti istituzioni educative, dalle scuole materne alle scuole primarie intermedie, sparse per il Paese”.
Oltre agli istituti scolastici già confiscati, lo Stato intende nazionalizzare o chiudere altre scuole primarie cattoliche, tra cui una nell'Eparchia di Barentù; 16 nell'Eparchia di Cheren e due nell'Arcieparchia di Asmara.
I Vescovi chiariscono che i servizi offerti dalla Chiesa cattolica alla popolazione “non intendono essere competitivi o sostitutivi di quanto fa lo Stato nelle stesse aree”, ma sono volte a “offrire alla popolazione maggiori opportunità di scelta e di fruizione”.
“Questi provvedimenti – affermano i Vescovi - violano in linea di principio i diritti della Chiesa e sono apertamente lesivi dei più elementari principi di giustizia”, “negando alle famiglie la possibilità di mandare i propri figli in una scuola di loro libera scelta".
La chiusura di alcune strutture sanitarie e la nazionalizzazione di altri centri sanitari “a servizio delle persone con dedizione esemplare e senza alcuna distinzione di religione, etnia o gruppo”, è stata giustificata dal governo con la motivazione che le strutture confiscate “appartengono al popolo, e non alla Chiesa”.
“Questa è una distorsione aperta della verità, concepita per confondere le persone. Ed è giusto e doveroso che noi, Vescovi cattolici dell'Eritrea, denunciamo prontamente l'indiscutibile falsità del travisamento di cui sopra. Le scuole e gli ambulatori confiscati o chiusi, o destinati a subire la stessa sorte, sono proprietà legittima della Chiesa cattolica, edificati, costituiti e organizzati nell'interesse supremo ed esclusivo di servire la popolazione”.
I Vescovi concludono riaffermando “che la Chiesa cattolica in Eritrea, continuerà a sostenere e difendere, come suoi principi ispiratori, le vie del dialogo, della comprensione reciproca, della pace e del rispetto reciproco”. (L.M.) (Agenzia Fides 21/6/2021)


Condividi: