AFRICA - Emergenza alimentare nel Corno d’Africa: la peggiore siccità degli ultimi quarant’anni

lunedì, 23 maggio 2022

Gode (Agenzia Fides) - “Siamo fuori tempo massimo, abbiamo bisogno di fondi per salvare vite umane”. Il sottosegretario agli Affari umanitari, Martin Griffiths, reduce da una recentissima visita in Kenya, ha lanciato un allarme molto forte sull’emergenza che stanno vivendo le regioni del Corno d’Africa. La zona è duramente colpita dalla più forte siccità mai registrata dal 1981: attualmente 15.000.000 di persone ne sono vittime ma potrebbero diventare in breve tempo 20.000.000. Solo in Etiopia l’insufficienza alimentare è aumentata del 80% in 3 mesi. Nel Paese, a causa delle difficoltà per la raccolta dei dati in Tigray e Afar, non è possibile avere numeri esatti, ma nella sola Somali Region, secondo il WFP, il 38,49% della popolazione, pari a 2,6 milioni di persone, hanno un consumo alimentare insufficiente.
Il Prefetto Apostolico di Robe, padre Angelo Antolini, ofm cap., è testimone oculare di quanto sta succedendo nella Somali Region. In questo periodo, infatti, si trova a Gode, parte delle Prefettura, e, sentito dall’Agenzia Fides ha confermato personalmente i dati riportati. P. Antolini ha aggiunto che il governo centrale sta provvedendo come può ma la situazione sta peggiorando.
"Si tratta della peggiore siccità degli ultimi quarant'anni", ha dichiarato Mustafa Muhumed Omar, Presidente della Somali Region. “Si stima che un milione di capi di bestiame siano morti. Il bestiame in tutta la regione è in cattive condizioni di salute e si prevede che molti altri moriranno a causa dell'aumento delle malattie. Sono urgentemente necessarie campagne di vaccinazione e mangimi per salvare il nucleo riproduttivo”.
E’ intervenuto anche il primo ministro etiope Abiy con un appello nel quale ha sottolineato la necessità di aumentare la produttività per arrivare all'autosufficienza nel cibo e nei beni di prima necessità.
Il fenomeno del cambiamento climatico sta radicalmente cambiando la vita a milioni di persone. A livello globale si prevede che ogni aumento di 1°C si tradurrà in una riduzione del 20% delle risorse idriche rinnovabili, colpendo un ulteriore 7% della popolazione.
I dati diffusi dall’Autorità intergovernativa per lo sviluppo nel Corno d’Africa (IGAD), il Climate Prediction and Applications Center (ICPAC) nel prossimo mese prevede condizioni più secche del normale su gran parte di Somalia, Etiopia, Gibuti, Eritrea e parti del Sudan meridionale, Kenya nord-orientale, Uganda sud-orientale e Tanzania orientale.
(GF/AP) (Agenzia Fides 23/5/2022)


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