AFRICA - In Africa si spende un miliardo di dollari all’anno per sistemi di sorveglianza che possono ledere i diritti umani fondamentali

martedì, 17 ottobre 2023 diritti umani  

Roma (Agenzia Fides) - I governi africani spendendo globalmente fino a 1 miliardo di dollari all’anno per le tecnologie di sorveglianza, afferma il rapporto “Mapping the supply of surveillance technologies to Africa: case studies from Nigeria, Ghana, Morocco, Malawi and Zambia” realizzato dall’Institute of Devolopment Studies, un’organizzazione di ricerca e apprendimento affiliata all’Università del Sussex a Brighton.
Ufficialmente utilizzate per combattere la criminalità e il terrorismo, queste tecnologie possono dar vita ad abusi e violazione dei diritti umani fondamentali del cittadino
I principali fornitori dei sistemi di sorveglianza agli Stati africani sono aziende con base negli Stati Uniti, Cina, Europa e Israele. “Le aziende fornitrici affermano regolarmente di vendere solo ai governi, e che qualsiasi sorveglianza illegale costituisce una violazione dei loro termini di servizio” afferma il rapporto. “Le aziende europee dovrebbero condurre valutazioni sui diritti umani prima della vendita. Tuttavia, nessune di queste misure su base volontaria hanno impedito la rapida espansione della sorveglianza che viola i diritti umani fondamentali”.
Sono 5 le tipologie di tecnologia di sorveglianza vendute agli Stati africani presi in considerazione: intercettazioni Internet; intercettazioni dei cellulari; controllo dei social media; Safe City/Smart City; identificazione biometrica.
Il rapporto attesta la digitalizzazione e l’automazione algoritmica di sorveglianza statale in tutta l’Africa. “Dall'inizio del secolo, si è assistito a una digitalizzazione della sorveglianza che ha permesso l’automazione dei controlli su una scala precedentemente non immaginabile” afferma il documento. Ora le agenzie statali di sorveglianza possono da un lato condurre una sorveglianza di massa di tutte le comunicazioni dei cittadini; e dall’altro effettuare un’intrusione profonda nella vita di singoli individui (dai politici dell’opposizione ai difensori dei diritti umani, ecc.) mettendo insieme in tempo reale i dati delle chiamate mobili, degli SMS, della messaggistica Internet, della posizione GPS e delle transazioni finanziarie.
Uno dei maggiori acquirenti di sistemi di sorveglianza è la Nigeria. Tra i compratori vi sono sia i singoli Stati della Federazione sia il governo federale. Nonostante l’uso di sofisticate tecnologie di sorveglianza, la Nigeria deve affrontare gravi problemi di sicurezza: terrorismo, banditismo e sequestri di persona. Ma vi sono pure timori per il rispetto dei diritti umani da parte di entità statali. “È importante che coloro che ci governano sappiano che la libertà di parola è un diritto umano e che la libertà di espressione è un diritto dato da Dio e nessuno può toglierla” ricordava in un’intervista s. Matthew Hassan Kukah Vescovo di Sokoto (vedi Fides 12/8/2021), nella quale esprimeva preoccupazione per le violazioni dei diritti umani in Nigeria.
“Nei paesi africani è necessario sensibilizzare sia sui diritti alla privacy sia sugli abusi della sorveglianza. In ciascuno Paese è necessario sviluppare capacità di ricerca per monitorare efficacemente l’abuso dei poteri di sorveglianza, i suoi effetti su diritti dei cittadini e sul rispetto della legalità costituzionale” conclude il rapporto. (L.M.) (Agenzia Fides 17/10/2023)


Condividi: