EUROPA/SPAGNA - “Il Vangelo non scivola sui giovani, lo sentono come qualcosa che li aiuta a maturare nell'esperienza umana, che è chiamata alla felicità in Cristo. Durante l'estate quasi undici mila giovani partecipano ad incontri o vanno in terre di missione” afferma il Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie

venerdì, 22 luglio 2005

Madrid (Agenzia Fides) - Dinanzi al momento delicato che sta vivendo la nazione spagnola, è necessario lavorare più uniti per la rigenerazione della società, poiché è necessario “recuperare il senso della vita, guardare con gli occhi a quello che trascende la vita senza smettere di avere i piedi sulla terra”: lo rileva Sua Ecc. Mons. Francisco Pérez González , Arcivescovo Castrense e Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie della Spagna in una intervista rilasciata alla stampa locale. Secondo il Vescovo la cosa migliore che possono fare i cristiani “è di essere ‘la coscienza viva’ della nostra società per portarla sulle proprie spalle all’incontro con Dio”. Il lavoro del cristiano si innesta nella Croce di Cristo, quindi, in mezzo a tanti peccati, il cristiano deve porvi rimedio con l'amore verso tutti e con le opere, “come fanno tanti missionari, con la proclamazione che Cristo è il nostro unico Salvatore ed annunciando che la conversione è l'unico mezzo che ci aiuta ad essere liberi, a vivere più solidali e ad essere promotori di pace.”
Mons. Francisco Pérez rileva in questo contesto che c'è una forte coscienza missionaria negli spagnoli. Infatti si direbbe che “gli spagnoli sono missionari per natura”. Attualmente nel mondo ci sono circa 20.000 missionari spagnoli tra religiosi e religiose, sacerdoti e laici. Inoltre i contributi nella Colletta del 2004 sono aumentati di quasi il 15 per cento. “Ogni giorno ci sono sempre più giovani che si sentono chiamati a portare la fede ed a condividerla con altri in paesi lontani. Durante l'estate quasi undici mila giovani partecipano ad incontri o vanno nelle terre di missione per “tuffarsi nella missione”. Il Vangelo non scivola sui giovani, ma lo sentono come qualcosa che li aiuta a maturare nell'esperienza umana, che è chiamata alla felicità in Cristo”. (RZ) (Agenzia Fides 22/7/2005 - Righe 19, Parole 297)


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