ASIA/MYANMAR - Bombardata una chiesa cattolica nello Stato di Kayah, due morti tra i rifugiati

lunedì, 24 maggio 2021 diritti umani   minoranze etniche   minoranze religiose   società civile  

La chiesa attaccata

Loikaw (Agenzia Fides) - I militari dell’esercito birmano (Tatamadaw) la scorsa notte hanno attaccato con colpi di artiglieria il villaggio di Kayan Tharyar, a 7 km da Loikaw, capitale dello Stato di Kayah, con l'obiettivo di colpire presunti gruppi ribelli. Uno dei proiettili di mortaio ha colpito la chiesa cattolica del villaggio, uccidendo almeno due donne e ferendo numerosi altri sfollati che vi avevano cercato rifugio. Lo riferiscono all'Agenzia Fides i Gesuiti in Myanmar. Gli abitanti del villaggio di Kayan Tharyar, infatti, ritenevano che la chiesa parrocchiale sarebbe stato un “luogo dove potersi rifugiare in sicurezza per chi era in fuga da incidenti e sparatorie nella zona, ma hanno dovuto tragicamente ricredersi”, scrivono i Gesuiti.
Anche la Cattedrale del Sacro Cuore di Pekhon (a una quindicina di chilometri da Loikaw) è stata danneggiata dai colpi di artiglieria. I Gesuiti condannano questi “odiosi crimini nel modo più forte possibile” e chiedono che “i militari birmani siano chiamati a risponderne. I militari – scrivono ancora i religiosi – devono immediatamente smettere gli attacchi contro i civili e contro le chiese”. Le bombe hanno sventrato gli edifici riducendoli in macerie, con immagini che ricordano un teatro di guerra.
Lo Stato del Kayah, dove il 75% degli abitanti appartiene a minoranze etniche, è lo stato birmano con la più alta percentuale di cristiani. La presenza cattolica in questa regione è iniziata alla fine del 1800 con l’arrivo dei primi missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime),. Oggi vi sono oltre 90mila cattolici del Kayah, su circa 355mila abitanti dello Stato.
Intanto il livello dello scontro si va alzando in Myanmar dove, al 23 maggio, si contano almeno 818 vittime a partire dal 1° febbraio, giorno del golpe militare, cui è seguita un'ampia protesta popolare. Diverse vittime si registrano nella cittadina di Mindat che è sotto assedio da quando, il 24 aprile, i militari si sono rifiutati di rilasciare sette manifestanti. La gente del posto reagisce come può, anche sparando o utilizzando bottiglie incendiarie, e i militari già annoverano morti e feriti. Il 17 maggio i mass-media governativi hanno detto che sono stati usati razzi da 107 mm per attaccare la base aerea di Taungoo e la relativa unità militare a Bago (Nord di Yangon): la notizia mostra come si stia innalzando il livello dello scontro che gli analisti temono possa degenerare in guerra civile diffusa.
Commenta all'Agenzia Fides padre Maurice Moe Haung, prete birmano dei Missionari della Carità, residente in Italia: "Oggi il compito dei fedeli cattolici in Myanmar è sempre più difficile. Vi sono innocenti indifesi che vivono una tragedia inaudita e la gente prova a difendersi con armi artigianali. Vi è un uso sproporzionato della forza armata che alimenta la spirale della violenza. Oggi ci uniamo al Papa per dire nuovamente: stop alla violenza".
La ribellione contro la giunta continua a infiammare il centro e la periferia: le proteste continuano a colpire le città, 30 delle quali sono sotto coprifuoco dalle 20 alle 4 del mattino, mentre a Yangon e Mandalay, epicentri della ribellione, il coprifuoco inizia due ore prima. Anche aree rurali non sono meno esenti da violenze, arresti, raid militari.
La giunta intanto ha dichiarato che scioglierà la Lega nazionale per la democrazia (Nld) per frode elettorale e agirà contro i traditori che hanno truccato il voto di novembre, da cui il partito di Aung San Suu Kyi è uscito vincitore come mai prima.
Dal canto suo il governo clandestino che si è formato all'estero sembra invece intenzionato a dare "cittadinanza" anche alla minoranza di etnia rohingya: dopo la richiesta degli USA, il nuovo esecutivo ha in mente di fornire carte di identità per la minoranza espulsa dal Myanmar e avrebbe conferito a Maung Zarni – noto attivista della causa rohingya - un ruolo nel ministero della Cooperazione internazionale.
(PA-MG) (Agenzia Fides 24/5/2021)


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