EUROPA/ITALIA - Presentazione a Roma dell'avventura cinese di Teodorico Pedrini, missionario e musicista

lunedì, 26 novembre 2018 missionari   evangelizzazione   congregazione per l'evangelizzazione dei popoli  

teodoricopedrini.it

Roma (Agenzia Fides) - “Son mandato à Cina, e a Cina vado”. Era questo lo spirito con cui il sacerdote lazzarista marchigiano Teodorico Pedrini (Fermo 1671 – Pechino 1746) partì per il Celeste Impero nel 1702 su mandato del Papa e della Congregazione “De Propaganda Fide”. Per arrivare a Pechino gli occorsero quasi 10 anni, a causa di un'incredibile serie di imprevisti. E tale ritardo nel giungere a destinazione portò anche a una ri-configurazione della missione che gli era stata affidata: padre Teodorico ebbe così la ventura di rimanere per decenni in Cina e di essere coinvolto nei contatti tra Santa Sede e Corte imperiale cinese durante l'insorgere della famigerata “Controversia sui riti”.
Le lettere più importanti scritte da Pedrini durante il viaggio e la sua lunga permanenza in Cina costituiscono l'asse portante della preziosa opera “Son mandato à Cina, à Cina vado – Lettere dalla Missione 1702 – 1744”, pubblicata a cura di Fabio G. Galeffi e Gabriele Tarsetti dall'editrice Quodlibet, nella collana Orienti, diretta da Giorgio Trentin. Il volume, arricchito da una prefazione di Francesco D’Arelli, Direttore dell'Istituto italiano di Cultura a Montréal, e da un'ampia introduzione curata da Galeffi e Tarsetti, verrà presentato il prossimo giovedì 29 novembre a Roma, presso il Complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, dalla Prof.ssa Stefania Nanni, docente di Storia Moderna presso l'Università la Sapienza, e da padre Luigi Mezzadri, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana.
Teodorico Pedrini era un prete lazzarista che fu scelto nel 1702 dalla Congregazione de Propaganda Fide per recarsi in Cina con la prima legazione papale guidata da Carlo Tommaso Maillard de Tournon. Una serie di traversie incredibili gli impedirono di raggiungere la corte di Pechino prima del 1711, quando ormai la legazione papale era tristemente fallita. Ma proprio la sequenza di incidenti avvenuti lungo il viaggio ebbero l'effetto di fare di Pedrini il primo missionario non gesuita a stabilirsi alla corte cinese, insieme ai suoi compagni di viaggio Matteo Ripa e Guglielmo Fabre-Bonjour.
Pedrini rimase a Pechino fino alla sua morte avvenuta ben 35 anni dopo, nella chiesa-residenza di Xitang, che aveva nel frattempo acquistato e che era divenuta la prima chiesa non gesuitica della capitale cinese, ancora oggi aperta e funzionante nel medesimo viale al centro di Pechino.
Nel frattempo, Matteo Ripa era tornato in Italia nel 1721, per fondare il “Collegio dei Cinesi”, mentre Guglielmo Fabre-Bonjour era morto alcuni anni dopo nello nella provincia dello Yunnan solo tre anni dopo.
Pedrini, in quanto missionario fedele alla Santa Sede nel contesto della ben nota Controversia dei Riti, divenne il primo collegamento diretto non legato ai gesuiti che il Papa poteva avere nei confronti dell’Imperatore Kangxi.
Oltre ad aver avuto un rilevante ruolo nel contesto della missione cattolica del primo Settecento, Teodorico Pedrini rappresenta anche un’importante figura nella storia dei rapporti culturali tra l’Europa e la Cina, in quanto fu per molti anni il principale musicista occidentale alla corte cinese: insegnò musica europea ai figli dell’Imperatore e di diversi mandarini, costruì e restaurò organi e clavicembali, e fu co-autore del primo trattato di musica occidentale pubblicato in Cina, il LülüZhengyi-Xubian (1714).
Durante la sua permanenza in Cina Teodorico Pedrini inviò in Italia e in Europa più di seicento lettere e relazioni. Nel volupe pubblicato da Quodlibet i curatori hanno riportato integralmente tutte le lettere conservate in due archivi di Roma, quello della Congregazione della Missione, nel Collegio Leoniano (54 documenti), equello della Casa Generalizia dei Frati Minori (48 documenti), a cui è stata aggiunta una importante lettera al Papa Clemente XI, conservata nell’Archivio Segreto Vaticano.
La pubblicazione, realizzata con il patrocinio della Fondazione Carifermo, rappresenta una delle più importanti in Italia nel settore della letteratura delle missioni orientali, insieme ai vari volumi dell’opera omnia di Matteo Ricci già curati dallo stesso editore Quodlibet e dall’Istituto Matteo Ricci di Macerata tra il 2000 e il 2010, e dopo le ricerche svolte sul gesuita Martino Martini a Trento.
Fabio G. Galeffi e Gabriele Tarsetti, ricercatori indipendenti di Fermo, dal 2005 hanno dato vita nella città natale del misisonario il Centro Studi Teodorico Pedrini con lo scopo di approfondire le ricerche sul missionario lazzarista, e curano anche il sito web www.teodoricopedrini.it, a lui dedicato. (GV) (Agenzia Fides 26/11/2018).


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