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San Salvador (Agenzia Fides) - Un Paese in festa che "risuona totalmente in chiave di Romero". Così il Card. Gregorio Rosa Chávez, Ausiliare di San Salvador, descrive il clima di attesa per la canonizzazione dell’Arcivescovo Romero che si respira nella sua patria. "Icona del pastore che Papa Francesco vuole per la Chiesa che sogna, Chiesa povera per i poveri", Mons. Óscar Arnulfo Romero sarà canonizzato domenica 14 ottobre in Vaticano da Papa Francesco, insieme a Paolo VI, a suor Nazaria Ignacia March, la prima santa boliviana, e ad altri quattro modelli di carità.
Un concerto popolare in piazza aprirà a San Salvador, nel primo pomeriggio di sabato 13 ottobre,
la lunga attesa della celebrazione romana che eleverà Romero agli altari quando qui saranno le 3 del mattino. Sarà una vigilia "artistica, culturale e religiosa" con la partecipazione di circa 35mila fedeli, secondo quanto don César Sánchez, responsabile della comunicazione della Conferenza episcopale, comunica all'Agenzia Fides. Artisti popolari eseguiranno le loro canzoni dedicate all'Arcivescovo "voce dei senza voce", tre tenori offiranno un omaggio lirico inedito, e più di 1.500 chitarristi intoneranno un ringraziamento a Dio non appena il Santo Padre avrà proclamato la santità del "nuestro monseñor", e le campane di tutte le chiese del Paese suoneranno a festa.
Sin da questa mattina, la cripta che conserva i resti mortali del Santo ospiterà canti, conferenze e testimonianze, mentre piazza Morazán si riempirà di bambini e adolescenti. Dopo il festival artistico, una processione notturna, una solenne messa di preparazione con un coro di 500 persone e un concerto animeranno l'attesa della Messa romana, che sarà trasmessa su schermi giganti nella piazza della Cattedrale, dove è stata allestita anche una mostra fotografica.
Dopo la Messa in San Pietro, ancora canti nella cripta di Mons. Romero. Con un gesto simbolico, un gruppo di testimoni oculari del martirio e della vita del nuovo Santo, consegnerà alle nuove generazioni l’eredità del suo amore e del suo messaggio evangelico. I media cattolici salvadoregni trasmetteranno l'evento centrale alternandolo con alcuni collegamenti con la cappella dell'ospedale dove Romero fu ucciso e con le chiese di Ciudad Barrios, sua città natale, e di San Miguel e Santiago de María, che videro i suoi primi passi sacerdotali ed episcopali.
La preparazione della Chiesa salvadoregna a questo momento di giubilo è cominciata poco dopo la conferma della data della canonizzazione. "In agosto, per tre giorni" ricorda don Sanchez, "tra 10 e 15mila persone, tra cui difensori dei diritti umani senza riferimento religioso, hanno dato vita ad un pellegrinato a piedi dalla tomba di mons. Romero fino a Ciudad Barrios". Catechesi e meditazioni tratte dai suoi numerosi audio-diari sono state proposte ai fedeli ogni giorno.
I salvadoregni attendono anche un'altra notizia: secondo il Card. Rosa Chávez, il Papa potrebbe confermare una sua visita a San Salvador, prima o dopo la Giornata Mondiale della Gioventù di Panama, nel gennaio 2019. Tra i circa 5mila salvadoregni che sono a Roma per la canonizzazione, don Sánchez sottolinea la presenza di Cecilia Flores e di suo figlio Luis Carlos, vivi grazie al miracolo che ha sancito la canonizzazione, la loro famiglia, alcuni parenti del Santo e anche contadini e persone semplici, il cui viaggio è stato possibile grazie alla solidarietà dei fedeli. (SM) (Agenzia Fides 13/10/2018)