Kinshasa (Agenzia Fides) – “L'insicurezza è divenuta endemica” affermano i Vescovi della provincia episcopale di Bukavu (composta dalle diocesi di Bukavu, Butembo-Beni, Goma, Kasongo, Kindu e Uvira) al termine della loro assemblea tenutasi a dall'8 al 14 aprile a Butembo (Nord Kivu).
“L'insicurezza è divenuta endemica con il suo corteo di omicidi anche in pieno giorno, l'accerchiamento della città di Goma da parte dell'M23 sostenuto dal Ruanda e la paralisi dell’economia attraverso una strategia di isolamento e soffocamento dei centri grandi e piccoli” affermano i Presuli, che sottolineano anche l'abbandono da parte dell'esercito congolese delle sue postazioni e della sua logistica ai ribelli.
A Goma il capoluogo del Nord Kivu, la situazione della sicurezza si degrada non solo per la pressione esterna dei miliziani dell’M23 (vedi Fides 13/2/2024) ma pure per le violenze commesse da chi dovrebbe difendere i civili. Nelle ultime settimane le Forze Armate della RDC (FARDC) sono state regolarmente accusate di omicidi o rapine. La polizia ha arrestato tre soldati e due “wazalendo” (“patrioti”, in swahili), miliziani, alleati dell’esercito regolare, per l’omicidio di tre persone nel corso di una rapina in strada in pieno giorno commessa il 10 aprile.
I Vescovi deplorano inoltre “nella regione di Beni la chiusura parziale o totale di alcune parrocchie a seguito dell'insicurezza causata dagli islamisti dell'ADF (Forze Democratiche Alleate, sulla loro origine ed evoluzione vedi Fides 24/6/2023). “Deploriamo inoltre l'emergere del contrabbando da parte dei ladri di cacao in un momento in cui il prezzo dell'oro bianco aumenta alla Borsa di Londra”.
"Tutto questo accade perché lo Stato congolese è morto e noi governati siamo abbandonati al nostro triste destino e non vediamo alcun segno che i leader di oggi pensino al benessere dei governati nel prossimo futuro" affermano i Vescovi
"Nonostante lo svolgimento delle elezioni, lo Stato congolese rimane debole e inefficace. C'è motivo di chiedersi se questo comportamento non contribuisca al piano di balcanizzazione, allo smembramento della Repubblica Democratica del Congo mentre il popolo si è già detto categoricamente contrario," si preoccupano.
“Per affrontare queste sfide, chiedono al Capo dello Stato di istituire rapidamente un governo composto da persone competenti e oneste. Spetta a chi detiene il potere smettere di gestire il Paese come un patrimonio privato e non considerare più la resilienza del nostro popolo come una debolezza ma come il rifiuto di subire una morte ingiusta e pianificata”.
Quanto alla comunità internazionale, i prelati cattolici denunciano la sua politica di "doppi standard" nella gestione delle questioni politiche congolesi. Invitano la comunità internazionale a “capire una volta per tutte che la RDC non è né in vendita né in uno stato di sfruttamento anarchico”. (L.M.) (Agenzia Fides 17/4/2024)
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