ASIA/MYANMAR - Appello per una via di tolleranza e rispetto dei diritti umani nel dopo-elezioni

venerdì, 6 novembre 2015 minoranze religiose   diritti umani   democrazia   elezioni   libertà religiosa  

Yangon (Agenzia Fides) – “Esistono preoccupazioni che i risultati delle elezioni serviranno per evidenziare crescenti divisioni etniche e religiose in Birmania, e che un nuovo governo democratico sarà azzoppato quando si tratterà di porre fine a violazioni dei diritti umani a lungo termine”: lo afferma una nota inviata a Fides da Christian Solidarity Worldwide (CSW), riflettendo sulla situazione che si delinea dopo le elezioni nazionali dell'8 novembre.
L’Ong nota che “pur essendo le prime elezioni democratiche apertamente contestate in Birmania dal 1990, il processo è intrinsecamente viziato a causa di alcune clausole della Costituzione, che hanno impedito alla leader democratica Aung San Suu Kyi di correre per la presidenza, e hanno garantito ai militari il 25% dei seggi in parlamento”
“Inoltre – prosegue – si stima che il 20% della popolazione sia stata deliberatamente privata dei diritti civili”, dato che a molte minoranze etniche come ai musulmani Rohingya, è stato completamente negato il diritto di voto.
Il testo ricorda che anche il Relatore Speciale ONU sui diritti umani in Myanmar (Birmania), Yanghee Lee, ha espresso preoccupazione per l'influenza dei movimenti religiosi nazionalisti ed estremisti nel processo politico e per l’incitamento all'odio nei confronti delle minoranze.
Per questo “c’è una chiara necessità di una continua riforma legislativa e costituzionale per portare il quadro giuridico del paese in linea con le leggi e gli standard internazionali sui diritti umani”, afferma CSW, che ha promosso uno speciale appello alla tolleranza e al rispetto dei diritti umani, sostenuto oggi da leader sociali e civili in Mynamar, ma anche in altri paesi dell’Asia e del mondo. (PA) (Agenzia Fides 6/11/2015)


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