ASIA/SIRIA - L'Arcivescovo Hindo diventa “quasi-sindaco” di Hassakè

martedì, 21 luglio 2015

Hassakè (Agenzia Fides) – Nella città siriana di Hassakè, dove la controffensiva delle forze curde e dell'esercito siriano ha messo sotto assedio i sobborghi periferici ancora occupati dalle milizie jihadiste dello Stato Islamico (Daesh) che avevano attaccato il centro abitato a fine giugno, le emergenze sanitarie e alimentari che colpiscono la popolazione civile hanno spinto l'Arcivescovo siro cattolico Jacques Behnan Hindo ad assumere anche incarichi di carattere pubblico.
“Sono diventato responsabile della pulizia, dell'emergenza rifiuti, delle disinfestazioni e di tutti i servizi che hanno a che fare con la salute pubblica” racconta all'Agenzia Fides Mons. Hindo. “Il conflitto - aggiunge l'Arcivescovo - espone di più la popolazione anche al rischio delle epidemie. E tutto diventa ancora più complicato con il caldo dell'estate. Mi sono fatto carico di queste esigenze perchè vedevo che nessuno lo faceva, e coordino una équipe di 130 operatori - di cui quasi cento sono musulmani - che lavorano in quartieri dove abitano 400mila persone, senza chiedere per me nessuna ricompensa. La gente dice: 'il vescovo è diventato quasi il sindaco della città'. Avremmo bisogno di camion per la raccolta dei rifiuti. Ma adesso non sapremmo proprio dove trovarli”.
Il racconto dall'Arcivescovo siro cattolico di Hassakè-Nisibi mostra uno spaccato eloquente dei problemi che affliggono la popolazione siriana, stretta tra le violenze del conflitto e l'urgenza di affrontare esigenze quotidiane che assumono quasi sempre i caratteri dell'emergenza.
Riguardo agli sviluppi del conflitto, Mons. Hindo rifiuta le chiavi di lettura circolanti in Occidente che vedono nella guerra civile siriana un riflesso della contrapposizione tra sciiti e sunniti: “Lo Stato Islamico - riferisce a Fides l'Arcivescovo - è figlio dell'ideologia wahabita e dei soldi dell'Arabia Saudita, che vuole mettere le mani su tutto. La gran parte dei sunniti non hanno niente a che fare con quelli del Daesh. La loro massa di manovra, dalle nostre parti, è costituita da tribù che fino a qualche tempo fa non conoscevano una sola Sura del Corano. Famiglie con tanti figli che adesso si arruolano nelle file del Daesh e così, in poche settimane, guadagnano tanti soldi quanti non ne hanno mai visti in tutta la loro vita. Sono gente abituata a schierarsi con chi li paga e con chi comanda. Se alla fine prevarrà l'esercito di Assad, saranno pronti a gridare di nuovo 'viva Bashar'”. (GV) (Agenzia Fides 21/7/2015)


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