AFRICA/MAURITANIA - Il 4% della popolazione è composta da schiavi: i bambini nascono già con questo stigma

lunedì, 26 gennaio 2015

Nouakchott (Agenzia Fides) - In Mauritania quando un bambino nasce da una madre schiava, anche lui è destinato alla stessa sorte e si porta dietro questo stigma per tutta la vita. Si tratta di famiglie di pastori e contadini che vivono nelle regioni rurali, e di domestici in quelle urbane. E’ quanto dichiara in una nota inviata all’Agenzia Fides, il Presidente di SOS Schiavi, una organizzazione civile mauritana, costituita da ex schiavi e schiavi, per la tutela dei diritti umani con l’obiettivo fondamentale di eradicare questo fenomeno, nonostante sia stato ufficialmente abolito nel 1985 ma che è rimasto impunito.
La pratica della schiavitù e la sua impunità sono ora di nuovo al centro del dibattito nel Paese, dopo che lo stesso noto attivista, attuale Presidente di SOS Schiavi, Biram Ould Dah Ould Abeid, anche lui nato da una famiglia di schiavi, è stato condannato il 15 gennaio a due anni di carcere per aver organizzato illegalmente una manifestazione antischiavista. Nel 2013 le Nazioni Unite gli avevano dato il premio per la sua “lotta non violenta contro la schiavitù”, ma è bastata una colluttazione con la polizia per mandarlo in carcere due anni con l’accusa di “resistenza contro le autorità”.
In mancanza di statistiche ufficiali, la ong Global Slavery Index, che lotta contro la schiavitù a livello mondiale, ha messo la Mauritania al primo posto tra i Paesi schiavisti, con 155 mila schiavi, ossia il 4% della popolazione. Biram riscuote una larga approvazione nella società, tanto che è arrivato al secondo posto come candidato più votato (8,6%) nelle ultime elezioni presidenziali del 2014. Solo provvedendo istruzione e risorse si potrebbe rompere il circolo vizioso della schiavitù. (AP) (26/1/2015 Agenzia Fides)


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