EUROPA/ITALIA - La Turba di Cantiano: una grande rappresentazione sacra del Venerdì Santo con il patrocinio della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa

martedì, 22 marzo 2005

La Turba è una sacra rappresentazione del Venerdì Santo, patrocinata dal 1996 dalla Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. Essa trae origine, anche se non direttamente, da movimenti popolari di invocazione alla pace che si diffusero in terra di Marche ed Umbria intorno alla metà del secolo XIII, portati sulle strade e nelle piazze dalle genti più umili e in condizioni di miseria, sofferenti ed esausti dalla continue lotte tra il Papa e Manfredi, del continuo guerreggiare tra guelfi e ghibellini. Uomini e donne di ogni età si riunirono in processioni ed invocando la santa intercessione della Vergine Madre di Dio, presero a percorrere le strade dell’Umbria spingendosi fino in Romagna. Anche Cantiano accolse in quell’anno 1260 la “turba” di penitenti ed imploranti di ogni età e condizione che, in povertà di abiti o seminudi, nella luce incerta e tremula delle torce, accompagnati dai canti del miserere procedevano nella sofferenza e nella redenzione, battendosi e flagellandosi, implorando il perdono, invocando la pace e la fratellanza.
Si formò così la compagnia dei Battuti che, al fine di tramandare la devozione, si rifece nel tempo al supremo esempio di penitenza e di sacrificio, la Passione e Morte del Cristo. Nello sviluppo della processione, che con il tempo accolse la figura del Cristo insieme a quelle degli attori nel ruolo dei personaggi, prese corpo la sacra rappresentazione della Passione con la ripetizione delle ritualità, dei personaggi, dei dialoghi, dell’azione. Nacque così, nell’ordine immutabile del Gesù e dei Ladroni, dei Sacerdoti e dei Soldati, la sfilata scenica che ancora oggi per ricordare le antiche origini viene chiamata “Turba”.
La Turba non è una rappresentazione teatrale ne una manifestazione folcloristica: è la giornata più attesa nella vita dei cantiesi, il loro evento nel quale si specchiano, si proiettano, si misurano.
Cantiano abbraccia amorevolmente la Turba e ad essa dedica la propria genialità creativa. Passa il carnevale, arriva la Quaresima e cantiano si anima: si aggiustano le scene, si adattano i costumi, i personaggi si preparano nei ruoli e nei dialoghi. Le famiglie si mobilitano, padri, madri e figli da cent’anni tornano a vestire gli abiti della tradizione, a scegliere le stoffe, a cucire i modelli, in un sentimento misto di religiosità ed orgoglio cittadino.
La Turba non ha conosciuto interruzioni, tranne che per il periodo bellico, crescendo sempre negli anni. L’attuale messinscena è l’evoluzione di memorabili edizioni, quella del 1940 voluta da Dante Bianchi che introdusse le scene e la teatralità dell’azione e dei linguaggi e quella del 1954 che fu affidata alla direzione di Carlo Vadi, regista pesarese: truccatori, scenografi e costumisti diedero l’impronta e l’avvio alle edizioni di grande effetto scenografico che, sempre aggiornate e migliorate, richiamano a Cantiano la sera del Venerdì Santo spettatori sempre più numerosi e di provenienze più disparate.
Ecco il programma della Turba previsto per il Venerdì Santo del 2005:
Ore 5.30: Visita alle Sette Chiese
Ore 15.30: Collegiata: azione liturgica della Passione del Signore e processione del SS. Crocifisso e della Madonna Addolorata con i simboli della Passione
Ore 21.30:
Piazza Luceoli: Cospirazione e tradimento di Giuda
Parco della Rimembranza: Ultima Cena e Cattura di Gesù
Piazza Luceoli: Processo e Condanna di Gesù
Colle S. Ubaldo: Ascesa al Calvario (visibile da piazza del Mercato) e Riposizione del Cristo Morto
(P.L.R.) (Agenzia Fides 22/03/2005 - Righe 41; parole 544)


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