EUROPA/ITALIA - Povero Leonardo da Vinci!

lunedì, 21 marzo 2005

Roma (Agenzia Fides) - Povero Leonardo da Vinci! Ora ritorna anche la storia che la Sacra Sindone venerata da milioni di cattolici sia frutto del suo genio! Abbiamo chiesto un parere al giornalista Orazio Petrosillo, che insieme ad Emanuela Marinelli ha scritto due volumi per la Rizzoli: “La Sindone. Un enigma alla prova della scienza” (1990) tradotto in cinque lingue; e “La Sindone, storia di un enigma” (1998). Da solo ha scritto “La Sindone da contemplare” Ldc.

“Ogni tanto ritorna sui media la clamorosa mistificazione secondo la quale la Sindone di Torino, ossia l'Immagine di quel cadavere d'Uomo orrendamente suppliziato sia opera di Leonardo da Vinci. Ed, ovviamente, il suo massimo capolavoro.Dinanzi a questa falsità, non si sa se indignarsi di più per la totale ignoranza o per la completa malafede. Mi limito a due repliche di fondo.
Una replica storica. Della Sindone di Torino abbiamo certezze storiche non continue per i primi tredici secoli e mezzo. L'autenticità della Sindone è data da un complesso vasto e perfettamente coerente interno all'oggetto, al decalco delle 700 ferite e all'immagine. Ma la catena di documentazione storica su quel Lino e i suoi spostamenti è ininterrotta a partire dal 1353. Inoltre nel 1453 passò dall'ultima erede degli Charny ai Savoia che la custodirono come loro proprietà fino al 1983 quando, per decisione testamentaria di Umberto II, diventò proprietà della Santa Sede. Ora nel 1453, Leonardo da Vinci aveva un anno d'età...
Una replica scientifica. E' scientificamente certo che l'immagine sindonica non è un dipinto né una strinatura ottenuta con bassorilievo riscaldato. Per molti motivi. Non c'è traccia di pigmenti colorati. L'immagine è il risultato di una ossidazione-disidratazione delle fibrille superficiali del lino. La bruciatura lascia segni diversi al microscopio. Non bisogna dimenticare che sulla Sindone c'è il decalco di 700 ferite passate per contatto dal corpo che vi fu avvolto al lenzuolo (è perciò scientificamente certo che la Sindone abbia avvolto un cadavere). Le macchie sono passate sul lino prima che si formasse l'immagine, tanto è vero che sotto le macchie di sangue non c'è l'immagine. A differenza delle macchie di sangue, l'immagine c'è anche dove il corpo non toccava il lenzuolo e quindi c'è un effetto a distanza: una sfumatura inversamente proporzionale alla distanza corpo-lenzuolo. Bisognerebbe ipotizzare che il corpo di un cadavere abbia potuto sprigionare calore, luce o effetto radiante.” (Agenzia Fides 21/3/2005; righe 30 parole 389)


Condividi: