AFRICA/COSTA D’AVORIO - Situazione ancora bloccata, mentre Gbagbo gioca la carta mediatica

mercoledì, 29 dicembre 2010

Abidjan (Agenzia Fides)- La delegazione della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO/ECOWAS) si è incontrata ieri, 28 dicembre, per 3 ore con il Presidente uscente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, per rinnovargli l’ultimatum di abbandonare il Palazzo Presidenziale e permettere l’insediamento nelle sue piene funzioni di Alassane Ouattara (Presidente riconosciuto dalla comunità internazionale). Gbagbo è però rimasto fermo nelle sue posizioni, affermando di essere lui il legittimo Capo dello Stato.
L’ultimatum era stato reso noto il 24 dicembre, al termine del summit straordinario della CEDEAO tenutosi ad Abuja (capitale della Nigeria). I 15 membri della CEDEAO hanno minacciato il ricorso alla forza se Gbagbo dovesse continuare a rimanere al potere. Per cercare di convincerlo, al vertice di Abuja era stato deciso di inviare una delegazione composta dai Presidenti di tre Paesi della Comunità, ciascuno in rappresentanza delle tre aree linguistiche nella quale è suddivisa la CEDEAO: Boni Yayi del Bénin (Paese francofono), Ernest Bai Koroma della Sierra Leone (anglofono) e Pedro Pires di Capo-Verde (lusofono). Questi tre Paesi sono considerati come “neutri” nei confronti della situazione ivoriana. La Banque centrale des Etats de l'Afrique de l'Ouest (BCEAO) ha inoltre affidato a Ouattara il controllo dei conti detenuti dallo Stato ivoriano, suscitando le proteste di Gbagbo, che potrebbe non essere in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti statali.
Gbagbo ha lanciato inoltre un’offensiva mediatica ad ampio raggio, rivolta sia sul piano internazionale che su quello interno. Nel primo ambito Gbagbo ha rilasciato un’intervista ai più importanti quotidiani francesi, nella quale afferma di essere vittima di un “complotto franco-americano” e si dichiara scettico sulla possibilità di un intervento militare della CEDEAO. Secondo la stampa statunitense inoltre il governo di Gbagbo ha ingaggiato un noto lobbista americano per rappresentare la sua posizione presso le istituzioni di Washington. Sul piano interno, la stampa vicina a Gbagbo continua ad appoggiare le tesi del Presidente uscente, dipingendolo come vittima di un complotto internazionale. Il quotidiano “Notre Voie” ad esempio ha pubblicato ieri, 28 dicembre, i piani di un presunto piano dei militari francesi per uccidere Gbagbo.
Gbagbo ha inoltre avvertito che in caso di intervento militare da parte delle CEDEAO vi sarebbero gravi conseguenze per la comunità di immigrati africani presenti nel Paese. Gbagbo ha infine minacciato di espellere da Abidjan gli ambasciatori dei Paesi che riconosceranno i diplomatici ivoriani nominati da Ouattara. Alassane Ouattare, il cui quartier generale in un albergo di Abidjan è protetto dai Caschi Blu della forza di pace in Costa d’Avorio, ha lanciato un appello allo sciopero generale, che viene seguito a fasi alterne. La tensione politica ha spinto circa 19mila ivoriani a rifugiarsi nei Paesi vicini, in particolare in Liberia. (L.M.) (Agenzia Fides 29/12/2010)


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