AFRICA/KENYA - Cresce il timore di violenze per l’annuncio dei nomi dei politici incriminati dalla Corte Penale Internazionale

mercoledì, 15 dicembre 2010

Nairobi (Agenzia Fides)- “La classe politica keniana sembra unita nel rivendicare la sovranità nazionale e nel fare appello all’orgoglio patriottico dei keniani” dice a Fides una fonte della Chiesa locale da Nairobi, capitale del Kenya, dove cresce l’attesa e la tensione per la prevista pubblicazione oggi, 15 dicembre, da parte della Corte penale internazionale (CPI) dei nomi dei sei politici keniani sospettati di essere i principali responsabili delle violenze post elettorali del 2008 che provocarono oltre 1.300 morti. La crisi venne risolta con la creazione di una coalizione composta dai due contendenti alle elezioni presidenziali del dicembre 2007: Mwai Kibaki, che è divenuto Presidente e Raila Odinga, che è in base agli accordi è stato nominato Primo Ministro.
“Dato che sono accusate personalità sia del campo presidenziale che di quello del Primo Ministro, il timore è che si metta a rischio la solidità della coalizione che ha messo fine alle violenze del 2008. La richiesta di incriminazione di personalità keniane cade inoltre in un momento delicato perché è iniziata la campagna elettorale per le presidenziali del 2012. Tra le personalità che potrebbero essere messe in stato di accusa vi sarebbero, secondo alcune anticipazioni, anche due candidati presidenziali” dice la fonte di Fides.
Nel Paese cresce il timore che la pubblicazione dei nomi delle personalità incriminate possa provocare una nuova ondata di violenza, simile a quella del 2008. Le violenze paventate da molti sembrano più una minaccia che una possibilità reale perché almeno a giudizio di alcune osservatori, non sembra che vi sia la stessa organizzazione sul terreno che ha reso possibile gli incidenti del 2008” afferma la fonte di Fides.
“La richiesta di incriminazione avviene infine in un clima di tensione tra il Kenya e gli Stati Uniti a seguito della pubblicazione su Wikileaks di alcuni cablo dell’Ambasciata statunitense di Nairobi, molto critici sul livello di corruzione dei politici keniani. Un po’ tutte le forze politiche locali hanno visto questo fatto come un affronto alla sovranità nazionale. Lo stesso Presidente Kibaki, nel suo discorso di domenica 12 dicembre, anniversario dell’indipendenza del Kenya, ha rivolto un appello alla popolazione per la difesa della sovranità del Kenya. L’incriminazione di alcuni politici locali da parte della CPI, rischia di creare nuovi motivi di attrito tra il Kenya e il mondo occidentale, a beneficio di altre potenze che si stanno inserendo nella geopolitica africana” conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 15/12/2010)
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