AFRICA/NIGERIA - Il Secondo Sinodo diocesano di Makurdi: il messaggio finale

mercoledì, 3 novembre 2010

Makurdi (Agenzia Fides)- Si è concluso il secondo Sinodo diocesano di Makurdi, in Nigeria. Nel messaggio finale inviato a Fides si rende grazie a Dio per i beni ricevuti dalla sua creazione: “Nei cinquant'anni di esistenza, la Diocesi di Makurdi ha fatto una lunga strada. Creata il 28 giugno 1960, rendiamo grazie a Dio per le tante benedizioni che ha ricevuto. La popolazione cattolica è di 1,3 milioni di persone, vi sono 209 membri del clero indigeno, 60 membri della Congregazione religiosa locale, le Suore della Natività, la Via Christi Society ha già 22 sacerdoti, 77 seminaristi e 104 membri laici. I seminaristi maggiori sono 192; vi sono diversi candidati alla vita consacrata, e diversi catechisti e guide della Chiesa”.
“Ricordiamo con rispetto, affetto e gratitudine- prosegue il messaggio- i primi missionari, i Padri dello Spirito Santo francesi, inglesi, tedeschi e irlandesi e, con loro, le Suore Missionarie del Santo Rosario, irlandesi e canadesi, che per primi hanno portato la Buona Novella nella nostra terra e preparato il terreno per la coltivazione della vera Fede. Hanno lavorato in condizioni difficili, con un eroismo che è simile a quello dei santi martiri. Ricordiamo con affetto i primi due Vescovi della nostra Diocesi, Mons. James Hagan, CSSp e il vescovo Donal J. Murray, CSSp, entrambi di beata memoria. Essi continuano ad ispirarci ancora oggi”.
Il Sinodo ha riaffermato che i sacramenti devono essere al centro della vita di fede perché “senza di essi la Chiesa non esiste”. Il sacramento del matrimonio fa fatica ad essere compreso, in un contesto ancora caratterizzato dalla poligamia. Per questo motivo si è deciso di aumentare gli sforzi educativi in preparazione al matrimonio cattolico. Un altro problema affrontato è quello del divieto di accostarsi all’Eucaristia per le donne che vivono un’unione poligama: “dal momento che non può essere concessa loro un’autorizzazione generale, perché contro l'insegnamento della Chiesa universale, coloro che vivono in queste unioni dovrebbe vederle come un’opportunità di difendere la propria fede e di impegnarsi seriamente e senza sosta per la conversione dei propri coniugi”. (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2010)


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