AFRICA/KENYA - In calo le donne che muoiono per la gravidanza, anche se i decessi sono ancora mille al giorno

mercoledì, 22 settembre 2010

Nairobi (Kenya) - Il numero di donne che muoiono per cause legate alla gravidanza in tutto il mondo sta diminuendo. L'Africa subsahariana rimane uno dei luoghi più pericolosi per le donne incinte, nonostante nel paese sia stato registrato un calo del 26% nel tasso di mortalità materna. Le statistiche, recentemente pubblicate nel rapporto "Trends in Maternal Mortality" dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, coprono il periodo che va dal 1990 al 2008 e rivelano che le morti materne sono passate da 540 mila nel 1990 a 358 mila nel 2008, il 34% in meno, e un calo annuale del 2.3% che rimane tuttavia la metà di quanto serve per il raggiungimento del quinto obiettivo del millennio (MDGs) che riguarda la salute materna.
A favorire la riduzione del numero dei decessi hanno contribuito anche i miglioramenti dei sistemi sanitari nell'assistenza delle donne incinte. Tuttavia ogni giorno continuano a morire di parto mille donne in tutto il mondo, e a causa della mancanza di un servizio di registrazione civile, dai dati raccolti in 172 paesi risulta che solo 63 offrono informazione completa sui casi reali. L'Africa Subsahariana e il sudest asiatico contano ancora l'87% delle morti materne globali. Circa due terzi sono registrate in soli 11 paesi: Afghanistan, Bangladesh, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, India, Indonesia, Kenya, Nigeria, Pakistan, Sudan e Tanzania. Il sudest asiatico ha registrato un tasso totale di mortalità materna di 280 ogni 100 mila nati vivi. L'Africa Subsahariana 640 ogni 100 mila; Afghanistan, Ciad, Guinea-Bissau e Somalia oltre 1.000 ogni 100 mila. La mancanza di fondi per il sistema sanitario, e in particolare per la salute riproduttiva, sono il problema principale. La maggior parte dei governi, quasi tutti quelli africani, dipendono da benefattori internazionali. Nel caso del Kenya, ad esempio, non sarebbe possibile sopravvivere senza queste donazioni. (AP) (22/9/2010 Agenzia Fides)


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