ASIA/INDONESIA - Il governo: censura su Internet per salvare i giovani dall'immoralità

martedì, 22 giugno 2010

Giacarta (Agenzia Fides) – Di fronte a un “sexy-gate” che sta movimentando da un mese il mondo della politica, i mass-media, l’opinione pubblica, i partiti religiosi, il governo indonesiano del Presidente Susilo Bambang Yudhoyono ha annunciato il sostegno a una misura di censura per bloccare la pornografia su Internet. Sui siti web sui i blog, sui cellulari, sui social network in Indonesia, usati soprattutto dai giovani, circolano due videoclip a sfondo sessuale che hanno come protagonista il celebre cantante pop Irham Nazril.
All’inizio del 2010 il governo aveva già proposto un disegno di legge per regolamentare i contenuti in Internet ma, data la pressione dell’opinione pubblica, l’idea era stata archiviata. Ora, sulla scia della saga del “sex-tape”, il Ministro dell'informazione e della tecnologia Tifatul Sembiring, che appartiene al partito islamico conservatore “Prosperous Justice Party” ha rinnovato l’urgenza di controllo sui contenuti, incaricando squadre speciali di implementare un firewall anti-pornografia per più di 2.000 Internet cafè in tutto il paese.
Una legge anti-pornografia è stata già approvata nel 2008 e nel 2010 la Corte Costituzionale l’ha proclamata compatibile con l’ordinamento giuridico indonesiano (vedi Fides 26/3/2010). Nella società civile indonesiana fedeli musulmani moderati, fedeli cristiani e indù, gruppi per la tutela della libertà e dei diritti umani – soprattutto nell’Indonesia orientale – hanno mostrato dissenso verso il documento. “Non certo perché sono favorevoli alla pornografia”, spiegano fonti cattoliche di Fides , “ma perché si teme che questa legge – accettando una controversa e generica definizione di “pornografia” – si presta facilmente a strumentalizzazioni: le frange musulmane integraliste potranno usarla per penalizzare i non musulmani e, in definitiva, cercare di imporre costumi strettamente tradizionalisti, fino alla sharia.
Alcuni studiosi affermano che “nonostante le buone intenzioni del governo, la libertà di informazione e i diritti personali devono essere protetti come un bene comune”, notando che, mentre è importante proteggere i giovani, i nuovi mezzi di comunicazione rivestono un ruolo chiave nel contribuire alla democratizzazione del paese.
I giovani, le nuove tecnologie, i rapidi mutamento sociali e culturali nella società indonesiana, conclude la fonte di Fides, rappresentano una sfida e un campo di missione sempre più importante. (PA) (Agenzia Fides 22/6/2010)


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