AFRICA/CONGO RD - “La cattura del leader del gruppo che ci ha attaccato è una speranza di pace, ma occorre risolvere i problemi sociali ed economici che sono alla base delle tensioni” dice a Fides l’Arcivescovo di Mbandaka

venerdì, 7 maggio 2010

Mbandaka (Agenzia Fides)- “Spero che la cattura del leader del gruppo che ha attaccato Mbandaka porti la pace nella nostra provincia, ma non possiamo nascondere che vi siano ancora gravi problemi politici, economici e sociali che devono essere risolti per stabilizzare la situazione locale” dice all’Agenzia Fides Mons. Joseph Kumuondala Mbimba, Arcivescovo di Mbandaka, il capoluogo della Provincia Equatoriale nel nord-ovest della Repubblica Democratica del Congo, che è stata attaccata la domenica di Pasqua, 4 aprile, da un gruppo di ribelli (vedi Fides 9/4/2010).
Il 5 maggio Ondjani Mangbama, leader militare del gruppo che ha attaccato Mbandaka e che da mesi semina il panico nella Provincia Equatoriale, è stato catturato dalla popolazione di Dongo e consegnato alla polizia, secondo quanto dichiarato dal Ministro della Comunicazione, Lambert Mende.
Ondjani Mangbama è figlio di Ibrahim Mangbama, il leader politico del gruppo Nzobo Yalobo, che si è poi dato una sigla più confacente (Mouvement de Libération indépendante des Alliés). “Ibrahim Mangbama afferma di possedere dei poteri “magici” che ha poi trasmesso al figlio, con i quali afferma di rendere pressoché invincibili i suoi uomini” ricorda Mons. Kumuondala Mbimba.
Il gruppo è formato in gran parte da persone di etnia Enyele, che da tempo si contendono con un altro gruppo etnico, quello dei Monzaya, il controllo di alcuni stagni ricchi di pesce. Il governo congolese ha però affermato che gli uomini di Mangbama sono stati appoggiati da altre forze nel loro attacco a Mbandaka. Le autorità di Kinshasa accusano alcuni ex appartenenti alle FAR (le disciolte Forze Armare Zairesi, l’esercito del vecchio dittatore Mobutu, rovesciato nel 1997), e in particolare della Divisione Speciale Presidenziale (la guardia pretoriana di Mobutu), oltre ad elementi legati a Jean-Pierre Bemba, il principale sfidante alle ultime elezioni del Presidente Kabila, detenuto dalla Corte Penale Internazionale per crimini commessi nella Repubblica Centrafricana.
La guerriglia condotta dal gruppo di Mangbama ha costretto alla fuga centinaia di migliaia di abitanti della Provincia, molti dei quali si sono rifugiati nel Congo Brazzaville (vedi Fides 5/5/2010). Il loro ritorno è però condizionato al ristabilimento non solo delle condizioni di sicurezza ma anche delle strutture economiche e sociali distrutte dalla guerriglia. (L.M.) (Agenzia Fides 7/5/2010)


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