AFRICA/SUDAN - Darfur: i punti principali dell’accordo di Doha

mercoledì, 24 febbraio 2010

Doha (Agenzia Fides)- Amin Hassan Omar, capo dei negoziatori del governo sudanese, e Ahmed Tugud, leader della delegazione del Justice and Equality Movement (JEM, il movimento di guerriglia del Darfur militarmente più forte) hanno firmato il 23 febbraio, a Doha (Qatar), il cessate il fuoco, che entra in vigore dalla mezzanotte del 24 febbraio, e un accordo quadro che spiana la strada ad un’intesa di pace definitiva tra le due parti che dovrebbe essere firmata entro il 15 marzo.
Alla cerimonia di firma dell’accordo erano presenti il Presidente sudanese Omar Al-Bashir, il Presidente ciadiano Idriss Deby, e quello dell’Eritrea, Issaias Afeworki, oltre all’Emiro del Qatar Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani.
L'accordo quadro tra il governo sudanese e il JEM prevede la costituzione da parte del gruppo ribelle di un partito politico dopo la firma dell'accordo finale, che potrà partecipare alla condivisione del potere “a tutti i livelli (esecutivo, legislativo) secondo modalità da stabilire ulteriormente tra le due parti”.
L’intesa prevede inoltre l’integrazione dei combattenti ribelli nell’esercito e nella polizia, la liberazione dei prigioni di guerra, l’amnistia per i membri civili e militari del JEM, e la revoca di più di 100 condanne a morte.
Altri punti salienti dell’accordo sono il versamento di un indennizzo, ancora da definire, per le vittime del conflitto nel Darfur, lo sviluppo della regione e delle misure per facilitare il “ritorno volontario” dei 2,7 milioni di sfollati del conflitto, che ha provocato dai 200mila ai 300mila morti, secondo l’ONU (le vittime sarebbero solo 10mila per il governo sudanese).
L’Emiro del Qatar ha promesso la creazione di una banca, con un fondo di un miliardo di dollari, per la ricostruzione del Darfur. (L.M.) (Agenzia Fides 24/2/2010)


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