ASIA/VIETNAM - Un cammino fra passi avanti, frenate, speranze

giovedì, 10 dicembre 2009

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Quello dei rapporti fra Santa Sede e Repubblica Socialista del Vietnam è un cammino che ha vissuto tappe dolorose, momenti difficili, segnali di apertura, nuove speranze.
La visita in Vaticano del Presidente del Vietnam, Nguyen Minh-Triet, durante il suo tour europeo – rimasta incerta fino all’ultimo – segue quella del Premier Nguyen Tan Dung nel 2007 che segnò l’inizio di un faticoso cammino di riavvicinamento. L’incontro di domani, 11 dicembre, si inserisce nel percorso di scambio, dialogo e proficuo confronto avviato negli ultimi anni, e intende contribuire al processo di normalizzazione dei rapporti fra la Santa Sede e il Vietnam, che non hanno ancora piene relazioni diplomatiche.
I rapporti sono infatti migliorati, ma occorrono ancora passi avanti per la normalizzazione definitiva. La Santa Sede ha più volte ribadito di essere pronta e aperta a instaurare relazioni diplomatiche con il Vietnam.
Per farlo, occorre una chiara volontà da entrambe le parti, in un comune e reciproco riconoscimento di una pari dignità. E’ questo l'auspicio della Santa Sede, che ha cuore la vita della Chiesa in Vietnam e il bene comune di tutta la nazione.
Secondo fonti di Fides, la domanda che oggi si pongono i più acuti osservatori è: “Il governo vietnamita è realmente interessato ad allacciare le relazioni diplomatiche ed è dunque disposto a intendere il rapporto con la Santa Sede come un rapporto fra pari?”.
Finora lo stato si è comportato con la Chiesa dall’alto della sua indiscussa autorità suprema che, nel tempo – e grazie a un difficile e progressivo cammino di apertura e di fiducia – ha elargito concessioni riguardo alla libertà, al culto, alle attività pastorali. Ma la dignità, le libertà, i diritti fondamentali degli uomini non sono “concessioni di alcuna autorità umana o statale”, sono bensì un patrimonio di ogni essere umano, inscritte nel profondo del suo essere in quanto creatura fatta a immagine di Dio.
Dall'incontro di domani fra il Papa e il Presidente si attendono, allora, frutti copiosi non solo a livello di enunciazioni di principio – che a volte restano lettera morta – ma che, grazie all’impegno di tutti, si compiano concreti passi avanti su questioni fondamentali per la vita stessa della Chiesa nel paese, come la libertà e l'evangelizzazione. La via è aperta – notano fonti di Fides – e oggi c’è l’opportunità di percorrerla speditamente, con un sforzo di dialogo, comprensione e buona volontà.
Il pericolo – notano fonti di Fides in Vietnam – è che il governo vietnamita possa o voglia utilizzare l'incontro con Benedetto XVI solo a scopo di propaganda, lasciando immutata la situazione reale e le principali questioni aperte nel rapporto, ancora delicato e controverso, con la Chiesa cattolica.
Recenti episodi, come la trasformazione del Pontificio Istituto San Pio X a Dalat in un parco pubblico, la confermata confisca del territorio della Delegazione Apostolica ad Hanoi, la dura campagna contro i religiosi Redentoristi e contro l'Arcivescovo di Hanoi, Mons. Joseph Ngo Quang Kiet, creano alcuni timori: sono episodi che la Chiesa vietnamita intende superare per instaurare rapporti chiari, in un dialogo sempre costruttivo con il governo.
Dopo la campagna di ostilità nei suoi confronti – avviata perché il Presule aveva difeso le ragioni e i diritti della Chiesa vietnamita a proposito delle proprietà ecclesiastiche confiscate – Mons. Joseph Ngo Quang Kiet ha tenuto un discorso di autodifesa, in cui spiegava pubblicamente le sue motivazioni. Questo discorso è stato ampiamente strumentalizzato e manipolato per sollevare l'opinione pubblica contro di lui: un fatto che ha creato nella comunità cattolica dolore e amarezza.
In una Santa Messa concelebrata con l’Arcivescovo, in occasione del Giubileo della Chiesa vietnamita, il Cardinale Roger Ethegaray ha manifestato a mons. Joseph Ngo Quang Kiet stima e solidarietà.
Alcuni giorni prima, l’Arcivescovo di Hanoi aveva annunciato ai suoi sacerdoti di aver rassegnato alla Santa Sede le sue dimissioni, per motivi di salute, nonostante la sua giovane età (57 anni). Secondo fonti di Fides in Vietnam, l’Arcivescovo, con coraggio e umiltà, ha adottato questa decisione anche perchè non intende essere “pietra di inciampo” nel cammino di avvicinamento fra Vietnam e Santa Sede. (PA) (Agenzia Fides 10/12/2009 righe 27 parole 278)


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