AFRICA/CONGO RD - “Bene il rapporto ONU ma occorre agire per fermare i traffici illegali che finanziano la guerra” dicono a Fides due missionari con una lunga esperienza in Congo

mercoledì, 25 novembre 2009

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Dobbiamo insistere affinché la comunità internazionale crei un sistema di tracciabilità dei minerali estratti illegalmente nella Repubblica Democratica del Congo. È un bene che l’ONU abbia redatto un rapporto che denuncia i traffici minerari che fomentano la guerra nel Paese” dice all’Agenzia Fides p. Silvio Turazzi, missionario saveriano con una lunga esperienza nell’est del Congo. Alcuni organi di stampa internazionale (tra cui il New York Times) hanno dato ampio risalto ad un recente rapporto delle Nazioni Unite (il cui testo non è però stato ancora pubblicato) che mette in luce una vasta rete di complicità, interne e internazionali, che alimentano la guerra nel nord e sud Kivu per sfruttarne impunemente le risorse minerarie.
Il documento dell’ONU svela in particolare la rete che permette alle FDLR (Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda, gruppo di guerriglia formata da oppositori hutu al governo di Kigali, che si nasconde nelle foreste del Kivu) di finanziarsi con le esportazioni illegali di oro, stagno e coltan. “Sicuramente le FDLR si finanziano con il traffico di minerali, che vengono però esportati attraverso il Rwanda” dice a Fides p. Loris Cattani, missionario saveriano che pubblica un’informata newsletter sulla situazione dell’est del Congo. “Esiste dunque un’ambiguità di fondo perché ufficialmente le FDLR e il governo di Kigali si combattono, ma poi collaborano nell’esportazione dei minerali congolesi. Non avendo letto il rapporto dell’ONU non so se questo viene detto in quel documento.”.
“Mi chiedo poi- prosegue p. Cattani- se vi sono delle resistenze alla pubblicazione del rapporto dell’ONU, perché in quel documento vi sarebbero i nomi delle società occidentali implicate nei traffici illegali di minerali congolesi. Mi sembra che la comunità internazionale viva in un’incongruenza totale: da una parte mette sotto accusa le FDLR, dall’altra, collabora sotto banco con loro nello sfruttamento illegale delle ricchezze congolesi”.
“Il problema dei rifugiati hutu rwandesi in Congo e delle FDLR, che sono formate in gran parte da hutu rwandesi che avevano 10 anni nel 1994, e quindi non possono essere accusati di aver preso parte al genocidio, deve essere risolto con il dialogo. L’azione militare, oltre che immorale, è fallita” concordano i due missionari. “Se non è possibile integrarli in Rwanda si possono integrarli in Congo, coinvolgendo i capi dei villaggi”.
Negli Stati Uniti e in Europa vi sono delle proposte per creare un sistema di tracciabilità dei minerali congolesi (vedi Fides 30/4/2009 e 7/11/2009). Queste iniziative sono seguite dalla “Rete Fede e Giustizia fra Africa-Europa” (Aefjn), un organismo al quale aderiscono una cinquantina di Istituti cattolici, Religiosi e Missionari, presenti in Africa e in Europa. “Il rappresentante negli Stati Uniti della Rete intende tenere informata l’Amministrazione di Obama sulla reale situazione congolese, per cercare una soluzione pacifica alla guerra” concludono i missionari. (L.M.) (Agenzia Fides 25/11/2009)


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