EUROPA/ITALIA - La vitalità e lo slancio missionario della Comunità Missionaria di Villaregia illustrati nel libro “Essere comunità per fare missione”

lunedì, 22 giugno 2009

Roma (Agenzia Fides) - Da Villaregia, un piccolo paese immerso nel verde della campagna veneta, in provincia di Rovigo, fino alle terre di tanti paesi del mondo per annunciare il Vangelo e la bellezza della vita cristiana. La Comunità Missionaria di Villaregia, fondata nel 1981 da padre Luigi Prandin, missionario veneto, e da Maria Luigia Corona, riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa il 26 maggio 2006, vuole essere “una piccola immagine del mistero trinitario, unità di persone in relazione d’amore, quindi ‘Comunità’, chiamata e impegnata a vivere quella dimensione essenziale del mistero della Chiesa che è la missione, nella specifica connotazione di missione “ad gentes”, quindi ‘Missionaria’.
Una storia di persone e di fede raccontata nel libro “Essere comunità per fare missione”, presentato a Roma alla presenza dei Fondatori della Comunità Missionaria e del Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Oggi in questa ‘giovane’ realtà ecclesiale ci sono 550 membri effettivi, cioè coloro che assumono i consigli evangelici nel loro stato di vita, e circa 15.000 membri aggregati, suddivisi in volontari, gruppi di impegno, animatori missionari e amici della missione, presenti con il loro entusiasmo in 7 regioni d’Italia ed in Brasile, Costa D’Avorio, Messico, Porto Rico, Perù e Mozambico.
“Questo libro – ha detto il Cardinale – non è una semplice cronistoria ma la testimonianza di un’esperienza sorgiva che è una delle espressioni più felici della vitalità che alla Chiesa dei nostri giorni deriva dalle sempre nuove irruzioni dello Spirito Santo. Costituiscono una provocazione salutare alla routine, all’abitudine che toglie freschezza e forza persuasiva all’annuncio e alla testimonianza del Vangelo: al ‘cristianesimo stanco’ (Benedetto XVI).” Questa comunità missionaria, ha concluso il Card. Rylko, “ha un entusiasmo che non ha niente a che fare con un attivismo fine a se stesso, con un ‘fare per fare’, ma che scaturisce da un profondo sensus Ecclesiae. Quante persone grazie a questa comunità hanno scoperto la bellezza di essere cristiani! Quanti giovani affascinati dall’ideale missionario!quanto slancio missionario e quanta fantasia missionaria sprigionati!”. Una testimonianza reale della vitalità e attualità della missio ad gentes che la stessa co-fondatrice Maria Luigia Corona ha sottolineato: “ovunque andiamo ci piace parlare con un ‘noi’ collettivo.” Proprio questo carisma li ha portati in tutto il mondo, diventando per l’oggi un dono e una strada per la convivenza e integrazione tra i popoli: “possiamo definirci oggi Comunità internazionale fatta di paesi diversi, culture e modi differenti di concepire la vita che non vogliono essere un ostacolo alla convivenza – conclude la fondatrice - ma trampolino di lancio per costruire una famiglia dove le varie lingue e tutti i colori della pelle sono segno e profezia di nuova umanità”. (M.T.) (Agenzia Fides 22/6/2009; righe 37, parole 472)


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