EUROPA/ITALIA - Appello dei Missionari e delle Missionarie della Consolata nella festa della Consolata: “il grido dei milioni di rifugiati non può passare inascoltato e deve trovare posto nei nostri cuori”

lunedì, 22 giugno 2009

Roma (Agenzia Fides) – I due Consigli generali dei Missionari e delle Missionarie della Consolata hanno redatto un messaggio, pervenuto solo oggi all’Agenzia Fides, in cui formulano gli auguri per la festa della Consolata e invitano alla solidarietà con i rifugiati in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno): quest’anno le due ricorrenze cadono infatti nello stesso giorno. Il messaggio, firmato da P. Aquileo Fiorentini, Superiore Generale IMC e da Sr. Gabriella Bono, Superiora Generale MC, con i rispettivi Consigli Generali, ricorda innanzitutto le cifre dei Rifugiati: sono 42 milioni le persone in fuga nel mondo e l’80% si trova nei paesi in via di sviluppo. Ma non si tratta solo di numeri, sono “persone vere con bisogni reali, uomini e donne, bambini e anziani, senza più una patria e in varie situazioni di emergenza umanitaria. Costretti alla fuga dalle guerra e dalla violenza, causate da ingiustizie, corruzione, disparità economiche e dal saccheggio delle materie prime soprattutto nei paesi dell’Africa”.
“Il grido di questi milioni di rifugiati non può passare inascoltato e deve trovare posto nei nostri cuori – prosegue il testo -. A loro ci accomuna la nostra condizione di cristiani e ancor di più di missionari… In loro vediamo Gesù per il quale non c’era posto nell’albergo (Lc 2,7), fuggiasco in terra straniera perché perseguitato e minacciato di morte (Mt 2,14), venuto tra i suoi senza essere accolto (Gv 1,11), maestro del Regno di Dio, senza fissa dimora perché non aveva dove posare il capo (Mt 8,20), crocifisso fuori le mura (Mt 27,22) e poi Risorto… Alla sequela di Gesù Missionario cerchiamo in vari modi e situazioni di assumere i drammi dell’umanità sofferente, e di vivere la santità di vita nello spirito delle Beatitudini, accogliendo e confortando i poveri e i disperati”.
Celebrare la giornata del rifugiato significa quindi “fare memoria della nostra condizione di ‘migranti’ su questa terra, e del nostro carisma della Consolazione che ci sollecita ad aprire le frontiere del cuore e delle nostre case per accogliere l’altro, accogliere e valorizza le differenze culturali, contro ogni tipo di discriminazione e di paura, e così trasformare l’ospitalità in un crocevia di cammini arricchenti”.
Il testo si conclude ribadendo l’impegno della Famiglia della Consolata a vivere nelle comunità, “con urgenza profetica, la fraternità interculturale e testimoniarla al mondo”, e chiedendo alla Vergine Consolata di sostenere l’impegno dei missionari e delle missionarie che lavorano a fianco dei rifugiati e sfollati in vari paesi e situazioni di violenza; di accogliere il grido dei suoi figli e figlie che sale dai campi profughi e dai centri di detenzione temporanea; di aiutare tutti noi a cantare con Lei il Magnificat affinché, a fianco dei poveri, con coraggio possiamo contribuire a realizzare il sogno di Dio per tutta l’umanità. (S.L.) (Agenzia Fides 22/6/2009, righe 32, parole 350)


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