EUROPA/SPAGNA - Madrid, capitale dell'Alleanza di Civiltà in difesa del diritto a vivere: 700 associazioni di tutto il mondo in rappresentanza di 20 milioni di persone, hanno aderito alla Marcia per la Vita

lunedì, 30 marzo 2009

Madrid (Agenzia Fides) - Madrid si è trasformata ieri nella capitale dell’Alleanza di Civiltà in difesa del diritto alla Vita. È quanto afferma l’Istituto di Politica Familiare a margine delle Marce per il Diritto alla Vita che si sono celebrate domenica in diverse città della Spagna, sostenute da circa 700 associazioni di tutto il mondo in rappresentanza di oltre 20 milioni di persone. Francia, Germania, Svizzera, Norvegia, Malta, Regno Unito, Portogallo, Slovacchia, Ungheria, Stati Uniti, Canada, Messico, Colombia, Argentina, Perù e Brasile sono alcuni dei Paesi le cui società civili hanno sostenuto l’iniziativa della Spagna in difesa dei diritti dei bambini nel periodo prenatale.
Tra le associazioni che hanno dichiarato il loro appoggio all’iniziativa: la Federazione AIC, che raggruppa 53 associazioni presenti in Africa, America Latina, Asia, Europa e Stati Uniti; Rete Famiglia, che rappresenta più di 500 associazioni in tutta l’America Latina; le nordamericane C-FAM, United Famiglie Internazionale, Internazionale Organization Research Group, Alliance Defence Fund, Concerned Women of America e l’Internazionale Organization Law Group, oltre all’Associazione Ungherese di Famiglie Numerose, Gift of Life di Malta, la Confederazione Portoghese di Famiglie, la britannica Society for the Protection of the Unborn Children, la Sezione Tedesca di Famiglie e il Forum Zivota (Foro per la Vita, con 30 ONGs nella Repubblica Slovacca).
“Il Governo non può voltare le spalle di fronte a questo clamore, non solo spagnolo, bensì mondiale in difesa del diritto a vivere”, ha dichiarato Lola Velarde, Presidente della Rete Europea dell’Istituto di Politica Familiare. “La protezione dei diritti del bambino in periodo prenatale è un valore condiviso in tutte le civiltà e genera un’autentica alleanza. Lo dimostra proprio il sostegno che associazioni di tanti Paesi hanno dato alle marce celebrate domenica in Spagna” ha aggiunto la Velarde. “Queste manifestazioni rappresentano l’inizio di un insieme di mobilitazioni in tutta la Spagna che mostreranno il rifiuto sociale verso questa proposta di Legge regressiva per i diritti della donna e del bambino” ha proseguito Lola Velarde.
La Marcia per la Vita, che aveva per tema “Non esiste il diritto ad uccidere, esiste il diritto a vivere”, ha riunito più di mezzo milione di cittadini lungo il tragitto nel centro di Madrid, superando abbondantemente le previsioni degli organizzatori. Questa manifestazione è stata accompagnata da altri 87 raduni in altre città dell’intera nazione.
Tra gli intervenuti, Paloma de Cendra, membro del Comitato di Esperti di Diritto a Vivere (DAV), psicologa di Coppie e Famiglie ed esperta in crisi di gravidanza e sindrome post-aborto; Ignacio Arsuaga, Presidente di HazteOir.org, e la dottoressa Gádor Joya, Portavoce nazionale di Diritto a Vivere (DAV) ed incaricata della lettura del Manifesto per la Vita, letto quasi simultaneamente davanti ai municipi di tutta la regione spagnola.
Come denunciato da Paloma de Cendra, “l’aborto non uccide solo bambini, distrugge madri, famiglie, società intere, distrugge coscienze”. In particolare “l’aborto ha due vittime principali: il figlio e la madre”. “Non è vero che questa Legge difende il diritto delle donne. Non è vero che questa Legge stia cercando la cosa migliore per loro. L’aborto va contro la donna. Non rappresenta una soluzione ma un problema. Il vero problema. Non facilita la vita. La trasforma in un calvario”, ha aggiunto.
Al termine della manifestazione, la dottoressa Gádor Joya ha letto il “Manifesto della Marcia per la Vita”, nel quale viene innanzitutto sottolineata “l’evidenza scientifica che dal momento della fecondazione esiste vita umana degna di essere rispettata e protetta” e viene messo in risalto che “l’aborto suppone la morte violenta di un essere umano ed un terribile dramma per la donna che lo soffre”.
“Con l’aborto libero, il numero di bambini morti aumenterebbe quasi del doppio” ed anche quello delle donne vittime dei “già conosciuti danni fisici e psicologici che l’aborto provoca in loro”, prosegue il testo del manifesto, che nell’esigere che le “nostre leggi proteggano il diritto a vivere” e che “venga rispettato il diritto all’obiezione di coscienza del personale sanitario”, termina esprimendo l’opposizione “ad una nuova legge dell’aborto che porterà solo ulteriori morti ed ulteriore sofferenza per migliaia di donne”. (RG) (Agenzia Fides 30/3/2009; righe 49, parole 673)


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