EUROPA/SPAGNA - Oltre trecento intellettuali e scienziati firmano un Manifesto contro la riforma della legge sull’aborto

lunedì, 16 marzo 2009

Madrid (Agenzia Fides) – Oltre 300 scienziati, professori ed intellettuali di diversi rami della Bio-medicina, delle Scienze Umanistiche e delle Scienze Sociali, difendono il valore assoluto del diritto alla vita e si schierano contro l’iniziativa del Governo di trasformare le norme giuridiche sull’aborto e stabilire così in Spagna l’aborto libero.
Il cosiddetto “Manifesto dei 300” o “Dichiarazione di Madrid” riunisce i principali esponenti delle scienze bio-mediche della Spagna, ricercatori con autorità intellettuale e reputazione comprovata nella Comunità Scientifica, insieme a professori, scrittori, professionisti e specialisti in materie umanistiche e scienze sociali, tutte figure di spicco nei rispettivi ambiti della conoscenza.
Difendendo il diritto alla vita, che inizia dal momento della fecondazione, questo gruppo di intellettuali ha firmato un manifesto nel quale viene ribadito che “né l’embrione né il feto fanno parte di un organo della madre”, che “un aborto è un atto semplice e crudele di interruzione di una vita umana”, che le donne devono conoscere le conseguenze psicologiche della sindrome postaborto e che “lo zigote è la prima realtà corporale dell’essere umano”.
Per questi intellettuali, che una giovane di 16 anni decida autonomamente cosa fare “rappresenta una forma di violenza contro la donne”, oltre ad essere un’irresponsabilità. Nei dodici punti del Manifesto, viene difesa “la vita umana nella sua tappa iniziale, embrionale e fetale” e si respinge la “sua strumentalizzazione al servizio di lucrosi interessi economici o ideologici”. Lo scritto esige “una corretta interpretazione dei dati della scienza in relazione alla vita umana in tutte le sue tappe”. Gli intellettuali riflettono, allo stesso tempo, sulle conseguenze sociali dell’aborto, che qualificano come “tragedia”, e aggiungono che “una società indifferente al massacro di circa 120.000 bebè all’anno è una società fallita ed ammalata”. Respingono quindi in maniera tassativa la possibilità che a 16 anni si possa abortire senza consenso paterno ed evidenziano che “una legge sull’aborto senza limitazioni individuerebbe la donna come unico responsabile di un atto violento contro la vita del proprio figlio”.
Tra i firmatari, Nicolás Jouve, professore universitario di Genetica; César Nombela, professore universitario di Microbiologia; Francisco Abadía Fenoll, professore universitario emerito di Biologia Cellulare e Julio Navascués Martínez, professore universitario di Biologia Cellulare. Il numero delle adesioni ha già superato quota 300, una cifra molto elevata se si considera che non si tratta di un manifesto aperto al pubblico e che tra i firmatari vi sono soltanto coloro che rispondono ad un profilo di eccellenza e di autorità intellettuale. Il documento sarà presentato martedì 17 marzo 2009, alle ore 11.00, presso l’Hotel Velázquez alla presenza di molti degli scienziati che hanno aderito al Manifesto. (RG) (Agenzia Fides 16/3/2009, righe 32, parole 432)


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