EUROPA/ITALIA - Sistemi sanitari alla prova: Quali sono le strategie attuabili per vincere la sfida del diritto alla salute per tutti?

giovedì, 6 maggio 2004

Roma (Agenzia Fides) - Nel mondo le differenze nella salute, tra paesi ricchi e paesi poveri, si stanno allargando, come dimostrano le statistiche che registrano l’andamento dei principali indicatori di salute (mortalità infantile, speranza di vita alla nascita).
Il dottor Stefano Santini impegnato a Kampala, Uganda ha dichiarato che “curarsi in Africa è diventato un privilegio per pochi: i servizi sono a pagamento ovunque, le cure qualificate inaccessibili per la maggioranza della popolazione. Oggi in Africa se non hai soldi non ti curi o sarai curato malissimo: se ti ammali gravemente vai in rovina per curarti; ti indebiti o devi vendere il tuo capitale, un animale o un pezzo di terra; devi rinunciare a mandare i figli a scuola. Nella storia della medicina non era mai avvenuto che una parte così grande dell’umanità fosse esclusa dall’accesso a cure e servizi essenziali per la vita”.
Quali sono le strategie attuabili per vincere la sfida del diritto alla salute per tutti? Quali esperienze di successo possono indicare la strada da percorrere? Che problemi restano aperti?
Si cercherà di rispondere a queste domande nell’incontro che si terrà sabato 8 maggio sul tema del diritto alla salute nei Paesi in via di sviluppo organizzato dal Cuamm medici con l’Africa.
Perché un bambino, in Uganda, paga circa un dollaro per un episodio di malaria a Kalongo o Matany e 20 volte di più a Rubaga? È il sistema iniquo delle fees, ovvero il pagamento diretto delle prestazioni. Costringe i pazienti a sostenere i costi dei servizi, è proporzionalmente molto più oneroso per i poveri che per i ricchi e non salvaguarda i malati.
Portare aiuto medico in Africa significa affrontare malattie curabili come malaria, tubercolosi, morbillo, diarrea, infezioni respiratorie che per mancanza di prevenzione, assistenza e farmaci, possono diventare mortali. (AP) (6/5/2004 Agenzia Fides; Righe:26; Parole:314)


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