EUROPA/ITALIA - Convegno “Chiesa in rete 2.0”: essere presenti e vivere da credenti l’esperienza del Web

martedì, 20 gennaio 2009

Roma (Agenzia Fides) - “Davanti a Internet e alle nuove tecnologie la Chiesa ha assunto un impegno di coinvolgersi e di accompagnare il nostro cammino”. E’ con questo messaggio che Sua Ecc. Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha salutato gli oltre duecento partecipanti al Convegno nazionale “Chiesa in rete 2.0”, che si svolge a Roma il 19 e 20 gennaio, promosso dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali e dal Servizio Informatico della CEI. L’iniziativa intende promuovere una sempre maggiore consapevolezza di partecipazione dei cattolici a un fenomeno, quello di Internet e del Web 2.0, che offre nuove possibilità di sostenere l’azione pastorale e culturale delle diocesi.
“Siamo ancora in presenza di un’oscillazione tra esaltazione e diffidenza rispetto a Internet, tra paura e idolatria, tra senso di minaccia e adesione ingenua e indiscriminata” ha osservato Mons, Crociata, che ha aggiunto, rivolto agli operatori presenti, “è necessario educare e accompagnare nella Chiesa, oltre che nella società tutta, per essere presenti e vivere da credenti” l’esperienza del Web.
Don Domenico Pompili, Direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali, nel suo discorso di apertura dei lavori ha formulato alcuni quesiti per stimolare il dibattito nelle due giornate di convegno. Con riferimento alla relazione tra virtuale e reale, “è giusto continuare a contrapporre il virtuale al reale ?”. Considerando quello che viene definito “networked individualism”, ossia singoli che rescindono i legami con il territorio circostante, salvo poi moltiplicare le connessioni, magari su Facebook, “questo individualismo interconnesso ridisegna il territorio umano e dunque la dinamica relazionale ?”. Infine, spingendosi nel contesto ecclesiale per quanto riguarda identità e linguaggi, “in che modo è possibile avere in Rete una fisionomia riconoscibile, senza per questo assumere linguaggi scontati o peggio indecifrabili ?”.
I successivi interventi dei relatori hanno cercato di dare risposta a questi quesiti, analizzando rischi e vantaggi insiti nell’uso di Internet, ma illustrando anche il valore che il Web 2.0, attraverso i “social network” tipo Facebook e MySpace, sta assumendo come spazio di partecipazione nel quale Diocesi, Parrocchie e altre istituzioni cattoliche possono inserirsi per comunicare il Vangelo. Nel corso del convegno è emerso chiaramente che la Chiesa e numerose comunità ecclesiali hanno già da tempo raccolto la sfida posta dalle nuove tecnologie di comunicazione. Numerosi sono i siti diocesani presenti sulla Rete, che spesso integrano altre iniziative offline (giornali, radio, incontri, attività catechetiche, etc.etc.) promosse dalla stesse diocesi.
Attraverso una tavola rotonda virtuale, con collegamenti via webcam da Francia, Cile, Spagna e Stati Uniti, sono state illustrate alcune di queste esperienze pastorali. Questi interventi hanno testimoniato il definitivo avvio di un processo interno alla Chiesa, che vede web master e responsabili dei siti diocesani, dotati di una buona conoscenza dello strumento rete-internet, operare per sviluppare iniziative web, configurate secondo le caratteristiche della realtà ecclesiale di riferimento, con cui supportare la comunicazione, l’ascolto e la condivisione di esperienze pastorali e di fede. (M.T.) (Agenzia Fides 20/1/2009; righe 37, parole 484)


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