AFRICA/ALGERIA - Una piccola comunità cattolica testimone del Vangelo: parla mons. Tessier, Arcivescovo di Algeri

mercoledì, 7 aprile 2004

Algeri (Agenzia Fides)- Ho sempre voluto fare il prete in una società araba” afferma mons. Henri Tessier, Arcivescovo di Algeri in un’intervista apparsa sul mensile “Horizons Africains” del Senegal. Giunto ad Algeri a 16 anni con la famiglia proveniente dalla Francia, era già intenzionato a seguire la strada del sacerdozio.
Per prepararsi alla missione nel mondo arabo, dopo il seminario, mons. Tessier ha effettuato un soggiorno di studio di due anni nell’Università del Cairo, in Egitto, per perfezionare la sua conoscenza del mondo arabo e islamico.
Fin dall’inizio, l’apostolato di mons. Tessier ad Algeri è stato caratterizzato dal vivere in totale solidarietà con le sorelle e i fratelli musulmani. Così facendo, il Vescovo di Algeri ha mostrato l’amore di Cristo verso tutta l’umanità. Un amore donato attraverso l’evangelizzazione quotidiana, con gesti concreti nel campo educativo, sociale, sanitario e della promozione della donna, nel rispetto delle leggi e delle usanze dei musulmani.
Mons. Tessier ha sottolineato come la Chiesa locale sia molto attiva nel campo sociale e assistenziale grazie al lavoro della Caritas Algeri, in particolare, grazie a centri di accoglienza degli anziani e quelli per l’assistenza degli handicappati. La Chiesa cattolica gestisce anche dispensari e centri sanitari, veri e propri ospedali, nei centri rurali del paese. Le scuole cattoliche algerine sono frequentate soprattutto da allievi musulmani.
L’Arcivescovo di Algeri si è detto soddisfatto dal laicato algerino, che dimostra un particolare fervore, pur facendo parte di una piccola comunità. La maggioranza dei laici è costituta da famiglie giunte in Algeria per ragioni di lavoro e da studenti dell’Africa sub-sahariana. In questo piccolo gruppo di cristiani, l’Arcivescovo di Algeri ha molto a cuore i cristiani di origine algerina. Questo piccolo nucleo di famiglie hanno un posto centrale nella comunità cattolica per dare alla Chiesa un’identità di amore.
Mons. Tessier ha infine ricordato come ha vissuto il periodo drammatico seguito all’uccisione dei monaci trappisti di Tiberine nel maggio 1996. Egli ha spiegato il rifiuto della scorta offertagli dallo stato algerino con il fatto che, essendo Arcivescovo, non poteva isolarsi dal popolo affidatogli dal Signore. Non poteva mettersi al sicuro e abbandonare i sacerdoti, le religiose e i laici della comunità di Algeri. Mons. Tessier adesso pensa che i suoi sforzi stanno per portare frutto. “Bisognava fare questa scelta coraggiosa per la sopravvivenza della Chiesa”, conclude l’Arcivescovo di Algeri. (L.M.) (Agenzia Fides 7/4/2004, righe 37 parole 424)


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