Annaba (Agenzia Fides) – «Dio» - scrive Sant’Agostino nel XV libro della sua opera “la Città di Dio” - «ha voluto che tutti gli uomini nascessero da un unico uomo perché non solo fosse comune la natura, ma ci fosse anche un rapporto di fraternità tra tutti, in una unità concorde attraverso il vincolo della pace». Così Il grande Vescovo d’Ippona, teologo e Padre della Chiesa, noto come il Doctor Gratiae, già all’inizio del V secolo cristiano accennava col realismo della fede all’ideale di unità tra i popoli (in unitatem concordem) che scaturisce naturalmente dal gesto del Creatore. Con lo stesso realismo, Agostino constatava che tale aspirazione rimane segnata dalle conseguenze del peccato originale, che seminano guerre e discordie nei cuori degli uomini e tra le nazioni. Nei tempi presenti, avvolti dalle ombre di nuovi “scontri di civiltà”, può essere fecondo e appassionante riscoprire l’attualità dell’insegnamento di Sant’Agostino riguardo alla pace e alle dinamiche mondane che la minacciano. E’ questa l’intuizione che sembra muovere la Terza edizione delle “Giornate Agostiniane d’Ippona” in programma il 27 e 28 agosto a Annaba, presso la Basilica dedicata al Santo, eretta tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento sulla Collina che dominava l’antica Ippona.
Sabato 27 agosto, festa liturgica di Santa Monica, madre di Agostino, dopo la celebrazione della messa nella Basilica, la riscoperta dell’attualità di Sant’Agostino sarà affidata in particolare a una conferenza di Nicolas Lhernould, Vescovo di Costantina e Ippona, dedicata al tema della pace nel pensiero del grande Santo. Nel pomeriggio, i partecipanti alle Giornate Agostiniane visiteranno l’area archeologica di Ippona, soffermandosi in particolare tra le vestigia dell’antica Basilica della Pace.
Domenica 28 agosto, giorno in cui la liturgia fa memoria di Sant’Agostino, il programma delle Giornate Agostiniane comprende anche la visione di un documentario dedicato al grande Santo e alla Collina d’Ippona.
Nella sua opera La Città di Dio, il genio cristiano di Agostino attesta in termini suggestivi le ragioni per cui la pace sta a cuore alla Chiesa, anche riguardo alla missione di salvezza connessa al suo pellegrinaggio lungo la storia del mondo: «Dunque» - si legge tra l’altro nel XIX libro del De civitate Dei «questa città celeste, finché è pellegrina sulla terra, chiama cittadini da tutte le nazioni, e raccoglie questa società pellegrina tra tutte le lingue, senza avere il problema (non curans) della diversità dei costumi, delle leggi, delle istituzioni con le quali si istituisce o si mantiene la pace terrena, senza abrogare o distruggere niente di esse, ma anzi accettando e seguendo tutto ciò che, sebbene diverso nelle diverse nazioni, tuttavia tende all’unico e medesimo fine della pace terrena, purché ciò non costituisca un ostacolo per la fede». (GV) (Agenzia Fides 26/8/2022)