AFRICA/CONGO RD - Si cerca di superare lo stallo negoziale nella trattativa sul nord Kivu, mentre emergono i particolari del massacro di Kiwanja

giovedì, 11 dicembre 2008

Kinshasa (Agenzia Fides)- Continuano i colloqui di Nairobi (Kenya) per trovare una soluzione alla guerra nel nord Kivu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo. Il mediatore delle Nazioni Unite, l'ex Presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, sta incontrando separatamente le due delegazioni congolesi: quella governativa e quella del Consiglio Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP, il gruppo ribelle guidato da Laurent Nkunda, che si scontra contro l'esercito governativo), nella sede keniana dell'ONU.
L'incontro separato si è reso necessario per superare le forti divergenze sorte nelle precedenti giornate di trattativa (i colloqui sono iniziati l'8 dicembre). Secondo Obasanjo, era sorto uno stallo per due motivi: da una parte, i ribelli vogliono discutere della situazione generale del Paese e non solo del Nord Kivu, dall'altra i portavoce della ribellione non hanno poteri per chiudere una intesa. Obasanjo ha chiesto ad una delegazione di incontrare Nkunda e discutere con lui dei problemi sul
tappeto.
La delegazione del CNDP aveva precisato di essere nei pieni poteri negoziali ed era, invece, quella del governo ad esserne priva. I ribelli inoltre affermano che il problema della sicurezza del nord Kivu (causa, a loro dire, della crisi) non è una semplice questione locale ma deriva dalla mancanza di una leadership nazionale in grado di garantire la sicurezza dell'intero Paese. I ribelli inoltre chiedono di rivedere i contratti firmati da Kinshasa con Pechino che riguardano lo sfruttamento di miniere con non si trovano nel nord Kivu.
La guerra nel nord Kivu ha provocato una grave emergenza umanitaria, costringendo circa 1 milione e mezzo di persone alla fuga. Vi sono stati massacri contro i civili, come quello compiuto dai ribelli di Nkunda nella città di Kiwanja, tra il 4 e il 5 novembre. Secondo un rapporto presentato dall'organizzazione umanitaria Human Rights Watch (HRW) a Kiwanja sono state uccise almeno 150 persone . “Si tratta del peggiore massacro nella provincia nel nord Kivu degli ultimi 2 anni” afferma HRW.
Kiwanja, che si trova a 80 chilometri dal capoluogo del nord Kivu, Goma, era passata sotto il controllo dei ribelli il 29 ottobre. Il 4 novembre le milizie filo-governative Mai-Mai avevano ripreso il controllo della città ma il 5 novembre erano state respinte dalla controffensiva dei ribelli. “Dopo aver ristabilito il loro controllo su Kiwanja, i ribelli hanno lanciato un'operazione violenta contro i combattenti Mai-Mai che potevano essere rimasti e i loro supposti simpatizzanti” afferma il rapporto dell'organizzazione umanitaria, che ha raccolto una serie di testimonianze sulle atrocità commesse dai membri del CNDP. I ribelli hanno fatto irruzione nelle case, chiedendo denaro e i telefoni cellulari e poi hanno ucciso gli uomini e gli adolescenti che vi si trovavano. Tra le vittime vi sono 14 bambini, 8 donne e 7 persone anziane. Anche i Mai-Mai, durante il loro breve controllo della città, hanno ucciso almeno 6 persone.
La Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (MONUC) aveva nell'area 120 “Caschi Blu” che non sono però riusciti a evitare il massacro e le violenze contro la popolazione civile (in particolare le violenze sessuali contro donne e bambine). I soldati dell'ONU sono stati ostacolati da difficoltà logistiche e dall'avvicendamento tra le truppe uruguaiane e quelle indiane. (L.M.) (Agenzia Fides 11/1272008 righe 39 parole 530)


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