EUROPA/ITALIA - Impegno sociale e impresa, binomio possibile: i progetti delle aziende per il Sahel

mercoledì, 10 dicembre 2008

Roma (Agenzia Fides) - Impegno sociale e interessi imprenditoriali si possono conciliare, e quando avviene ne nascono frutti evidenti ed abbondanti. Questa una delle scoperte testimoniata durante il convegno dal titolo “Oltre la crisi, la speranza: aziende per il Sahel con progetti di civiltà dell’amore”, promosso dal Comitato di Collegamento di Cattolici per una civiltà dell’Amore per sensibilizzare le aziende ai progetti di sviluppo e cooperazione rivolti soprattutto ai paesi sottosviluppati. Un percorso incominciato nel dicembre 2007, quando il Comitato ha iniziato una collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, presso il Pontificio Consiglio Cor Unum, e quindi ha rivolto il suo impegno alle esigenze dell’Africa.
In particolare l’ appuntamento di quest’anno è stato utile per raccogliere i primi risultati del lavoro, soffermandosi sull’importanza di un’azione che sia adeguata ai tempi moderni – tempi di crisi economico-finanziaria e di grandi flussi migratori- e sia utile non solo a chi la riceve, ma anche per chi la compie, come ha auspicato nel saluto iniziale mons. Giampietro Dal Toso, Sottosegretario del Pontificio Consiglio Cor Unum. Il nuovo rapporto tra le popolazioni povere e le imprese italiane ha confermato che la collaborazione è, e può continuare ad essere, un terreno di ripresa per tutti, basata sul rispetto delle proprie competenze, conoscenze e culture. I progetti offrono speranza e dignità alle popolazioni che li ricevono, e che riacquisiscono un impulso per l’economia locale e per il proprio mercato del lavoro; garantiscono, inoltre, sviluppo anche alle aziende italiane che ne sono state partner (alcune di quelle presenti sono state premiate durante il convegno) e che sono direttamente protagoniste coi progetti sul territorio.
Tutto si basa sul tentativo di dare una opportunità di futuro alle popolazioni povere, come ha sottolineato l’ing. Giuseppe Rotunno, Segretario Nazionale in Italia del Comitato di Collegamento di Cattolici per una Civiltà dell’Amore e moderatore del Convegno. L’obiettivo principale dei progetti di sviluppo è, infatti, innanzitutto, creare dei nuovi mercati, basati su una cooperazione economica internazionale, in cui le molteplici risorse africane abbiamo un ruolo di primaria importanza.
In particolare la zona del Sahel, territorio estremamente povero dell’Africa subsahariana, risulta essere una zona adatta agli investimenti, poiché i missionari e i volontari del Comitato di Collegamento in quella zona sono numerosi, e fungono da tramite tra le realtà locali e le imprese italiane. Proprio in questa terra, dei trenta progetti presentati, che il Comitato ha ricevuto dalla Fondazione, sei tra quelli definiti prioritari sono già stati finanziati da aziende e istituti bancari italiani: si tratta di un progetto di banca dei cereali, uno per l’acqua in Senegal, uno per l’allevamento e uno per il microcredito destinato alle donne in Burkina Faso, uno per l’ energia solare, e la costruzione di un mulino. Piccoli passi; ma come ricorda la frase di Madre Teresa che è stata il filo conduttore del Convegno “Quel che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano, ma se non ci fosse, quella goccia all’oceano mancherebbe”. (P.C.) (Agenzia Fides 10/12/2008)


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