AFRICA/CONGO RD - Conclusa la Settimana per la Pace nel Congo, mentre a Nairobi si sono aperte le trattative tra i ribelli di Nkunda e il governo congolese

martedì, 9 dicembre 2008

Roma (Agenzia Fides)- Si è conclusa, domenica 7 dicembre, alle ore 13,00, a Roma, nella chiesa dei Congolesi, la chiesa della Natività, con la Messa celebrata dal Cappellano don Agostino Bita e da diversi altri sacerdoti congolesi, la Settimana per la Pace nella Repubblica Democratica del Congo, iniziata martedì 2 dicembre. Insieme alla Comunità cattolica congolese di Roma, varie associazioni congolesi e italiane si sono fatte promotrici della settimana, idealmente unite alle 600 Associazioni firmatarie dell’Appello per la Pace nella RDCongo.
Sulla facciata della chiesa e al suo interno scritte e immagini evocavano la drammatica realtà degli sfollati di guerra nella provincia del Nord-Kivu e le ragioni principali di questo ennesimo confronto armato: il saccheggio delle ricchezze del Paese.
Tra le iniziative svoltesi nell'ambito della Settimana per la pace nella RDCongo, vi è stata una conferenza su “Una lettura geopolitica del conflitto in corso” e una conferenza tenuta da don Agostino sull’impegno della Chiesa cattolica in questi anni di guerra, nella quale sono state ricordate le diverse prese di posizione dei Vescovi.
Proseguono nel frattempo i colloqui tra il governo di Kinshasa e i ribelli del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP) di Laurent Nkunda. Avviati ieri, 8 dicembre, a Nairobi, in Kenya, con la mediazione delle Nazioni Unite, che ha messo a disposizione la propria sede locale.
I ribelli che hanno scatenato ad agosto l'offensiva che ha creato una gravissima crisi umanitaria (circa un milione e mezzo di sfollati e rifugiati) hanno dichiarato una tregua unilaterale che ha permesso l'avvio dei negoziati. Le trattative tra il governo congolese e i ribelli di Nkunda sono state propiziate anche dall'intesa raggiunta dal Congo e dal Rwanda, il 5 dicembre, per disarmare i miliziani hutu rwandesi delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (FDRL) che dal 1994 hanno trovato rifugio nell'est del Congo. Nkunda afferma di aver preso le armi per difendere i tutsi congolesi dalle azioni di questo gruppo, che il Rwanda accusa essere formato dai miliziani hutu responsabili del genocidio rwandese del 1994. Kigali afferma che la chiave per risolvere la crisi congolese risiede nel disarmo delle FDRL. Una visione considerata per lo meno riduttiva da chi, come i missionari che operano nell'area, mette in risalto la predazione delle risorse congolesi che avvengono con la copertura della guerra. (L.M.) (Agenzia Fides 9/12/2009 righe 30 parole 416)


Condividi: