AFRICA/CONGO R.D. - Appello del Servizio per i Rifugiati dei Gesuiti: il conflitto nel Congo mette in pericolo l’educazione di tutta una generazione di bambini

venerdì, 21 novembre 2008

Goma (Agenzia Fides) - In un comunicato diffuso in occasione della Giornata Universale dell’Infanzia, il 20 novembre, il Servizio Gesuita ai Rifugiati (JRS) ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione umanitaria nel Kivu del Nord, ed in particolare per gli effetti che questa situazione sta avendo sui bambini e sulle bambine della regione. Il principale timore è che “questa guerra nell’Est del Congo possa privare tutta una generazione l’educazione, elemento tanto essenziale per un’autentica ricostruzione della Regione che ha sofferto per anni la guerra”.
A questo proposito, il JRS ha rivolto un appello al governo congolese, ai gruppi ribelli e alla comunità internazionale per garantire la fine del reclutamento dei bambini soldato e per dare priorità alla protezione di questi bambini; perchè l’educazione recuperi il più presto possibile il suo ambiente di sicurezza; per dare priorità proprio all’educazione come elemento fondamentale delle risposte urgenti e allla disponibilità dei fondi necessari per il suo finanziamento.
Secondo il JRS, migliaia di bambini sono attualmente impossibilitati a frequentare le scuole nel Kivu del Nord. Soltanto nella regione di Rutshuru, teatro degli ultimi scontri, 150.000 bambini non possono continuare i loro studi. Le agenzie delle Nazioni Unite stimano che l’85 per cento delle scuole rimangono chiuse. Sfortunatamente, questa non è la prima volta che il conflitto ostacola l’educazione dei bambini nel Kivu del Nord. Per cui senza un reale intervento esterno, questa guerra corre il rischio di negare l’educazione a tutta una generazione di bambini del Kivu.
P. Juan José Aguado SJ, del JRS di Goma, ha affermato che “mentre le scuole restano chiuse, i bambini vivono questa violenza più da vicino. È necessario aiutare ad educare questi bambini, affinché possano trovare un altro modo di convivenza, possano sentirsi sufficientemente in pace per svilupparsi umanamente, ed affinché anche essi non si convertano in strumenti di violenza e distruzione. Questo è il compito dell’educazione. Normalmente non la si considera negli interventi di urgenza, ma qui ed ora, è più urgente che mai”.
“Nonostante il chiaro vantaggio che l’educazione presuppone in situazioni di crisi - dando un senso di normalità ai bambini, preparandoli per il futuro, dando speranza alle loro famiglie – questo ambito sociale riceve solo il tre per cento del fondo internazionale di emergenza nel Kivu del Nord, secondo gli ultimi dati di settembre” è la denuncia del JRS. Sebbene ci sia stato ultimamente un considerevole aumento degli aiuti, non sono ancora sufficienti per garantire un’educazione di qualità a questi bambini. In realtà a metà 2008 è arrivato soltanto il 20 per cento dei fondi necessari per l’educazione. A questo proposito il JRS rivolge un appello per dare priorità all’educazione di urgenza ed aumentare i fondi da destinare a questo scopo.
Da gennaio il JRS ha gestito progetti di educazione primaria e secondaria, formazione professionale e sostegno alle persone in situazioni di vulnerabilità a Rutshuru e nei campi di rifugiati alla periferia di Goma. Negli ultimi tre mesi, 250.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, la maggioranza di queste sono bambini. Il numero di sfollati nella Provincia è stimato tra l’1,3 e i 2 milioni di persone. (RG) (Agenzia Fides 21/11/2008)


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