AFRICA/CONGO RD - Mentre continua l'emergenza umanitaria nel nord Kivu, l'Arcivescovo di Bukavu chiede alle grandi potenze di far cessare le loro interferenze che alimentano la tensione in Congo

martedì, 11 novembre 2008

Kinshasa (Agenzia Fides)- Sembra reggere la fragile tregua proclamata unilateralmente dal leader ribelle Laurent Nkunda nel nord Kivu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, ma la situazione umanitaria rimane molto grave. L'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau ha inviato all'Agenzia Fides l'appello lanciato da Suor Giovanna Gallicani, collaboratrice presso il Progetto AIFO per l'infanzia a Goma, dove i profughi che hanno abbandonato i loro villaggi, quasi sempre dati alle fiamme, si riversano come un fiume su Goma che non riesce più a coprire le esigenze della popolazione. Si parla di 2 milioni di persone, che si ritrovano accampate in luoghi di accoglienza improvvisati dove manca tutto: cibo, acqua e medicine. Suor Giovanna afferma: “Abbiamo passato due giorni terribili, nei quali l'armata nazionale ha fatto saccheggi, esecuzioni e violazioni di ogni genere. Rimane l'incertezza, la paura... preghiamo perché la guerra finisca! Gli sfollati di guerra hanno invaso la città e fin'ora in pochi si occupano di loro... speriamo nei prossimi giorni”.
Dal 2004 l'AIFO lavora con i Frati della Carità del Centro di Salute Mentale di Goma, che ogni anno accoglie, cura e protegge 750 bambini da 0 a 14 anni. Si tratta di fanciulli con problemi neuropsichiatrici e comportamentali legati ai traumi di guerra. A seguito della drammatica situazione umanitaria il numero dei bambini che affluiscono al Centro si è triplicato nelle ultime settimane e a causa della chiusura delle frontiere con il vicino Rwanda i Padri sono rimasti senza medicine, con gravi conseguenze anche sulla situazione dei bambini già in cura. La Congregazione delle Piccole Figlie della vicina Parrocchia di Ndosho, di cui Sr. Giovanna fa parte, collabora con il Centro e sta portando assistenza a tutte le persone che si sono accampate attorno, nella speranza di ricevere aiuto. Purtroppo però manca tutto e gli approvvigionamenti sono difficili.
Sul piano politico, dopo il Vertice di Nairobi della scorsa settimana, che ha prodotto solo un appello per porre fine alle ostilità, il Vertice della Comunità degli Stati dell'Africa Australe (SADC) tenutosi a Johannesburg (Sudafrica) ha affermato la disponibilità dei membri della SADC di inviare proprie truppe nella regione congolese per ristabilire la pace.
La scorsa settimana il neo Premier congolese Adolphe Muzito si è recato nel nord e sud Kivu per confortare la popolazione e affermare l'impegno del governo di Kinshasa. Sua Eccellenza Mons. François-Xavier Maroy Rusengo, Arcivescovo di Bukavu (capoluogo del sud Kivu) ha scritto una lettera aperta al Premier congolese nella quale afferma che il “dramma congolese ha delle implicazioni economiche e politiche a livello internazionale, nazionale e locale”. Quelle internazionali, ricorda l'Arcivescovo vanno ben oltre il contesto africano, al punto che Mons. Rusengo si chiede se non è possibile organizzare un Vertice “tra gli USA, l'Unione Europea e alcuni Paesi asiatici per armonizzare i loro interesse geostrategici, economici e persino fondiari che alimentano le tensioni mortali della nostra regione in generale e del Congo in particolare”. (L.M.) (Agenzia Fides 11/11/2008 righe 34 parole 478)


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